Rav Toaff 95 – Il professore e la sua ombra

“Professore, oggi passo un po’ in ritardo, prima delle quattro non ce la faccio”. Mette la testa dentro solo un attimo, poi sparisce. La sua pizza la conosce tutta Roma. E tanti assieme a un taglio di pizza hanno assaggiato una dose di quella pepata saggezza quotidiana che è capace di dispensare lungo la giornata. La sua passione per la vita, la sua curiosità per gli studi e il suo rispetto per i Maestri sono noti. Ma è sempre una sorpresa vedere Cinzia (molti la chiamano ‘Zi Fenizia) affacciarsi alla porta dell’anziano Rav e rassicurarlo amorevolmente. La sua visita è quotidiana e nonostante il Rav Toaff sia circondato dai familiari e dagli assistenti, la sua compagnia sembra ormai divenuta una presenza irrinunciabile per tutti. Quando arriva lei è sempre un turbine di energia che attraversa le stanze. Una raffica di idee, di parole, di fatti e di commenti. E’ la vita degli ebrei di Roma, che talvolta non fila via ordinata, che a volte rischia di sollevare un poco di confusione, ma che sempre è partecipazione e slancio. E’ l’esistenza di chi si prende la vita a cuore e non conosce l’indifferenza. Così Cinzia è accanto al Rav quando c’è da muoversi, quando c’è da affrontare il tempio e la fatica dell’impatto con una comunità grande, magmatica e spesso indocile. E’ la sua compagnia nei tanti momenti quotidiani. Il Rav è la sua missione quotidiana da compiere. In silenzio e senza vanterie. E rav Toaff la attende sempre con un sorriso. Invita la gente a imitare il suo esempio (“Se volete fare qualcosa di utile, cercatevi un vecchio, tiratelo fuori dalla sua solitudine. Portatelo a fare due passi”). Si lascia guidare dalla sua energia e si lascia raccontare la vita di Roma vista con i suoi occhi. Molti la vedono andare e venire amorevolmente. E il Rav sa che lei è l’unica donna autorizzata, se ce ne fosse il bisogno, a passare dalla parte degli uomini e riportarlo a casa. “Dal Professore – racconta Cinzia – c’è sempre da imparare. Per questo voglio essere assieme ai figli il suo bastone della vecchiaia”.

gv

(Pagine Ebraiche maggio 2010, nell’immagine un ritratto di Giorgio Albertini)