Il prestigiatore di Dio

Ha appena preso parola il professor Ariel Toaff e immediatamente ringrazia suo padre, rav Elio Toaff, rabbino emerito della Comunità di Roma, che pochi giorni fa ha festeggiato 95 anni con una grande festa in occasione della presentazione della Fondazione a lui dedicata. E sottolinea una continuità di pensiero: “Mio padre mi ha ispirato”, dice lo storico, “mi ha dato la possibilità di cercare un ebraismo aperto verso l’esterno che non si piangeva addosso, che portava un contributo alla scienza e non aveva paura di se stesso e del rapporto con gli altri”.
Rav Toaff poco prima si era si seduto fra il pubblico, nonostante la giornata di pioggia, raccogliendo un caloroso applauso, nonché numerosi gesti di affetto che testimoniamo quanto sia amato anche al di fuori della Comunità.
L’occasione è la presentazione di “Il prestigiatore di Dio. Avventure e miracoli di un alchimista ebreo nelle corti del Rinascimento” (Rizzoli editore), il nuovo libro di Ariel Toaff, storico e scrittore, docente in Israele all’università Bar Ilan. Un intervento che ha visto la partecipazione dei giornalisti Fabio Isman, del Messaggero e Martino Cervo di Libero, ieri alla libreria La Feltrinelli alla Galleria Colonna di Roma.
La storia raccontata da Toaff attraversa il sedicesimo secolo, l’epoca dei ghetti, parlando degli ebrei chiamati a dare lustro ai principi, che avevano il privilegio di poter vivere senza costrizioni frequentando le case reali. Situazioni singolari, certo, ma allo stesso tempo indicative e comuni, che si contrapponevano a quelle della massa oppressa, che non avendo nulla da offrire ai principi era rinchiusa nei ghetti e privata di ogni dignità, costretta com’era a subire prediche forzate e limitazioni d’ogni sorta nei mestieri e nello stesso vestiario. Secondo Toaff l’immagine storica degli ebrei nel cinquecento non deve esser schiacciata nei ghetti ma valutata in un doppio binario, che vede da un lato gli intellettuali ebrei privilegiati dai principi e dall’altro la massa, ritenuta inutile e perseguitata.
Il mondo che racconta Toaff è quindi quello di intellettuali, inventori, medici e alchimisti ebrei che danno il proprio contributo a principi e regnanti e si confrontano quotidianamente con loro. Un mondo romanzesco e affascinante, oltre che lontano dagli schemi cui siamo abituati, fatto di invenzioni,magie, alchimie e fughe rocambolesche. Protagonisti principali della nuova fatica di Toaff: Magino Gabrielli inventore e maestro setaiolo, “console “ degli ebrei levantini, incaricato dai medici di contribuire alla nascita della comunità di Livorno (città di origine della famiglia Toaff) attirandovi gli ebrei levantini per favorire lo sviluppo commerciale della città.
E Abramo Colorni, mantovano, inventore, meccanico, prestigiatore di Dio, una figura a cavallo fra Leonardo da Vinci e un mago Houdini ante litteram.
Chiamato nella Praga di Rodolfo Secondo,allora centro di sperimentazione scientifica e di sviluppo culturale, perché maestro di “escapologia”, in modo di favorire la fuga dalle prigioni polacche del fratello del regnante. Capace di sbalordire la corte reale con le sue invenzioni, e giochi di prestigio, è lui il prestigiatore di Dio cui l’autore si riferisce nel titolo.
Per Toaff quindi la storiografia ebraica ha avuto il torto di privilegiare personaggi idonei alla visione dell’ebreo perseguitato mentre ne esistevano altri fuori dagli schemi, ma comunque ebrei fieri di essere tali, ed è di questi che ci racconta nel suo libro.

Daniele Ascarelli