Qui Casale – Il clarinetto di Feidman incanta OyOyOy
Giora Feidman è stato il protagonista indiscusso del secondo week end di OyOyOy Festival, dove ha incantato i casalesi con il suo modo di fare così speciale. Lo ha dimostrato fin dal mattino nell’incontro con la stampa organizzato da Monferrato Cult all’Hotel Candiani e il pomeriggio durante la visita in sinagoga dove ha chiesto di pregare e lo ha fatto alla sua maniera intonando con il suo clarinetto “Eloim Eloim” e, per finire, la sera quando è salito sul palco di un Municipale gremito di gente arrivando dal fondo della sala. Il re del Klezmer, nato in Argentina nel 1936, ha suonato per 18 anni nella Orchestra Sinfonica di Tel Aviv, ama l’Italia e dichiara che se Verdi fosse nato a Buenos Aires avrebbe composto tanghi. Svolge la sua attività concertistica (circa 200 concerti all’anno) in tutto il mondo, ma soprattutto in Germania dove vive. Nel 1993 è stato chiamato da Steven Spielberg per suonare nella colonna sonora del film “Schindler’s List”. Suona con bocchini in cristallo Pomarico costruiti in Italia, in controtendenza con gli altri clarinettisti di fama internazionale che suonano con bocchini in ebanite.
Durante questo concerto si concede interamente, il pubblico lo ascolta come rapito. Rispetto al concerto di 15 anni fa, questo con la formazione degli archi è più vario e non solo di suono. Feidman sembra ora più intenso, più attento a calibrare gli effetti che lo hanno reso famoso. È sempre magicamente in grado di colorare ogni nota esattamente come vuole lui con la sola pressione di labbra e gola e chiede al pubblico di non applaudire quando decide di chiudere il primo tempo con l’Ave Maria di Gounod suonata da solo.
Ma l’incontro con Feidman non è stato il solo momento significativo di questo secondo fine settimana di OyOyOy, una vera fucina intellettuale, che ha visto il mescolarsi di letteratura storia musica e pittura. Una grande affluenza di visitatori ha affollato le mostre dedicate a Marc Chagall, Aldo Mondino e Lele Luzzati sparse fra il Castello, la Comunità Ebraica e la libreria Il Labirinto, dove è stato presentato fra gli altri il libro di Elena Casotto “Pittori ebrei in Italia 1800-1938”. A condurre la discussione e l’analisi del libro il critico d’arte Carlo Pesce, ma è importante sottolineare come al centro dell’incontro c’è l’opera del pittore italiano Gerolamo Navarra (che visse anche a Casale Monferrato, ospitato dalla Comunità Ebraica). Un personaggio singolare che rappresenta l’anello di congiunzione tra la pittura tout court e la pittura ebraica. Il compositore Giulio Castagnoli, la violoncellista Erika Patrucco e la lettrice Ilaria Ginepro sono invece riusciti a rendere tridimensionali le pagine del libro “Ereditate la verità” di Anite Lasker Walfish edito da Mursia, mentre la sinagoga di Casale Monferrato ha ospitato il dibattito moderato da Silvana Mossano che ha fatto seguito alla presentazione de “L’inferno dentro” (Sonda), il libro verità che Moreno Gentili ha raccolto da una serie di confessioni che vengono ricondotte a Ludwig, personaggio volutamente inventato dall’autore per concentrare tutta una serie di verità forti e crudeli. Dalle parole dell’altro relatore Andrea Testa si è appreso che purtroppo anche Casale ha avuto i suoi carnefici, tra cui un capitano delle SS, in servizio nel campo di sterminio di Trieste, per cui Testa fa notare che il lavoro di Gentili potrebbe avere una continuazione con testimonianze di casalesi.