Qui Milano – Per Ken un successo travolgente
Per le elezioni più affollate di candidati e liste della storia della Comunità Ebraica di Milano (rispettivamente 56 e 7, per un totale di 19 posti in Consiglio), alle urne si è recato il 40 per cento degli aventi diritto, circa 2100 persone. Un numero in linea con le precedenti tornate, ma un po’ inferiore alle aspettative, complice anche la bella domenica di sole e alcuni matrimoni che hanno portato molti ebrei milanesi fuori città. Se da un lato la presenza di tanti candidati è stata considerata segno di grande voglia di occuparsi della Comunità, c’era un po’ di apprensione per il rischio che una eccessiva frammentazione avrebbe indebolito la governabilità.
Ma la scelta degli elettori è stata netta e questa eventualità è stata evitata, come emerge dai risultati resi noti nella serata di lunedì. La lista Ken, con una connotazione prevalentemente laica, porta in Consiglio 10 candidati e ipoteca l’onore e l’onere di formare la Giunta. “Ci siamo presentati convinti di poter vincere, ma non ci aspettavamo un successo così netto, già otto consiglieri sarebbero stati una buona maggioranza – sottolinea Roberto Jarach, candidato presidente di Ken, secondo più votato con 762 preferenze – Certo, non abbiamo intenzione di chiudere la porta a nessuno, ma è molto positivo sapere di non aver bisogno di sostegno esterno per una maggioranza solida. Cercheremo comunque delle convergenze, anche se probabilmente alcuni degli eletti sono portatori di una visione diversa dalla nostra. D’altro canto, durante lo scorso mandato, dopo 28 anni in Consiglio alla maggioranza, ho potuto apprezzare l’importanza del ruolo dell’opposizione, e ce ne sarà bisogno anche in questo caso”.
Fra i nomi noti nel panorama della politica comunitaria, non sono stati eletti fra gli altri i candidati e Consiglieri Ucei Yoram Ortona (Tikvà) e Riccardo Hofmann (Ken) e David Piazza (Per Israele). All’ultima tornata elettorale (maggio 2006) aveva nettamente vinto la lista Per Israele, che oggi esce pesantemente ridimensionata con quattro consiglieri (tra cui Yasha Reibman già portavoce della Comunità, e la capolista Sara Modena, assessore alla Cultura nella precedente Giunta). Non entra in Consiglio nemmeno il presidente uscente Leone Soued con la sua lista Tikvà, che rimane senza eletti. “Sicuramente questo risultato denota una voglia di cambiamento da parte della gente, dopo quattro anni in cui al governo c’è stato un gruppo di orientamento più tradizionalista, è prevalsa un’ala più laica, ne prendiamo atto e auguriamo un buon lavoro”, ha dichiarato Soued.
Chi sperava di mantenere in Consiglio una pluralità di voci, ha comunque parzialmente visto realizzarsi il suo desiderio, con l’elezione di molti fra gli altri capilista, Roberto Liscia di Yahad, Avram Hason di Chai e Guido Osimo di Comunità & Scuola.
Un successo personale lo ottengono poi due candidati della lista Unità e Continuità, sul podio del numero di preferenze, il capolista Walker Meghnagi che ha ricevuto il maggior numero di voti assoluto, 852, e Daniela Zippel, terza con 731. “La vittoria di Ken è indiscutibile – commenta Meghnagi – Se però è vero che hanno i numeri per governare da soli, speriamo ci sia comunque la volontà di allargare il consenso anche all’esterno della loro lista, perché non è la contrapposizione quello che serve alla Comunità in questo momento. Sicuramente Ken è stata capace di trasmettere un messaggio forte di innovazione e discontinuità rispetto al passato, ma qui si tratta di costruire per il futuro a lungo termine, non può essere sufficiente disfare ciò che è stato fatto prima, in attesa che vinca qualcun altro alle prossime elezioni e disfi quello che verrà fatto ora”.
Un dato da rilevare è l’ingresso in Consiglio di tre under 30, Simone Mortara, Daniele Nahum e Gad Lazarov, candidati con Ken, che ha fatto delle proposte per i giovani uno dei suoi punti qualificanti.
La prima riunione di Consiglio, in cui saranno designati giunta e presidente è fissata per il primo giugno. I problemi da affrontare sono numerosi e urgenti. Con l’auspicio, che è stato espresso più o meno indistintamente da tutti, candidati ed elettori, durante la campagna elettorale, di rendere la Comunità Ebraica di Milano un’istituzione più accogliente e rappresentativa per tutti i suoi membri, mettendo da parte le fratture ideologiche, di diversa osservanza religiosa e di diversa provenienza geografica, per un futuro più solido e coeso.
Rossella Tercatin