Davar Acher – Provocazioni
C’è un pazzo criminale dalle parti di Teheran che vuole la bomba atomica per ammazzare i miei parenti, i parenti dei miei parenti e molti altri che stanno in Israele. Ci sono un sacco di matti in giro che profanano le tombe dei miei cugini, dei cugini dei miei cugini e di molti altri, in Germania, in Francia, in Polonia, in Grecia. Ci sono dei dementi a Roma che parlano di ammazzare il mio amico Riccardo Pacifici. Criminali bruciano le sinagoghe, come quella di Creta e di Worms, dove mi fermerei volentieri a pregare. Quelle italiane le lasciano stare, per il momento, solo perché protette da della polizia, metal detector, bravi ragazzi che fanno la sicurezza. In Australia e in Scozia, in Norvegia e naturalmente nei paesi arabi, seri manager e scapestrati attivisti dei diritti umani boicottano le merci prodotte grazie al lavoro di gente come me, proprio perché è come me, sempre in quel paese che il pazzo criminale vuol cancellare dalla carta geografica. Cercano di far chiudere le banche che vi lavorano, spesso riescono a ottenere che cantanti e attori non vadano a far spettacolo lì. Le riviste scientifiche e i congressi non accettano i contributi dell’università dove sono andato a lavorare gratuitamente le ultime estate, e neanche delle altre università consorelle. Umberto Eco spiega che non è d’accordo col boicottaggio, ma solo perché molti universitari dissentono dalle politiche del governo. E io che vi consento, merito dunque di essere boicottato per questo? Sarei curioso di sentirlo dire proprio da Eco, con cui ho lavorato per tanti anni. Se non come ebreo, come sionista merito dunque il boicottaggio? Non mi pubblicherebbe sulla sua rivista, perché in Israele avrei votato per Netanyahu? O si era espresso male? Tutti matti, tutti incapaci di parlare con chiarezza? Solo equivoci? No. Un gruppetto di autodefiniti intellettuali che sarebbero in fondo anche loro miei cugini, ma quando gli scappa distingue fra il proprio spirito illuminato e il popolo bue nazionalista e tribalista, mi spiega che questa faccenda è tutta colpa mia (non solo mia, naturalmente, ma anche mia), che devo tornare alla ragione e fare quel che un governo straniero mi dice di fare per il mio bene, cioè arrendermi. Il pericolo non viene tanto dal di fuori, mi spiegano gli illuminati, quello principale sono io e chi la pensa come me, perché siamo colonialisti e pensiamo che Gerusalemme sia un luogo ebraico. Tutta colpa mia se mi boicottano, mi bruciano le sinagoghe, mi profanano le tombe. E anche se quel pazzo dalle parti di Teheran (e i suoi amici a Damasco, Beirut, Gazah, Ramallah, Tripoli eccetera eccetera) aspettano solo di leggere il necrologio collettivo di quelli come me. Se io fossi più buono, se non facessi muri ma ponti, se mi ritirassi dietro la linea verde, se non facessi resistenza quando cercano di farmi fuori, se non mi divincolassi… se non la prendessi come un fatto personale… Va bene, capisco, accetto di suicidarmi come vogliono gli illuminati. Ma se poi viene fuori che anche la mia tomba è una provocazione?.
Ugo Volli