Qui Pisa – Un libro per raccontarsi e per dialogare

Il Museo Nazionale di Palazzo Reale, splendido edificio che si affaccia sui Lungarni densi di vita (almeno nei giorni di mercato) della città della Torre pendente, diventa nel primo weekend di caldo estivo il luogo del rilancio mediatico di una comunità piccola nei numeri ma grande nella storia. Gli ebrei di Pisa, la cui presenza dalle parti di piazza dei Miracoli prosegue senza interruzioni da circa 1150 anni (anche questo è in fondo un miracolo), decidono di comunicare e dialogare con la società esterna attraverso uno strumento informativo e divulgativo ulteriore: un volume ricco di contenuti e dalla veste grafica accattivante. Millecentocinquanta anni – Un nuovo ritratto di famiglia: ebrei ed Ebraismo nelle provincie di Pisa e Lucca (859-2009) va approcciato, spiegano i due autori Paolo Orsucci e Chiara Giannotti, “come un testo autobiografico”. Nelle quasi 300 pagine di cui il libro si compone la Comunità ebraica pisana decide di aprire le porte del suo fornito archivio storico e di raccontare le vicende che l’hanno finora interessata, partendo dal lontanissimo 859 con l’arrivo a San Miniato del proprietario di beni immobili Donato (i documenti dell’epoca lo definiscono “ex genere ebreorum”) per arrivare alle difficoltà del presente, con crisi demografica e problemi strutturali che rappresentano le due principali sfide da vincere per un futuro meno incerto.
“Si legge tutto di un fiato”, spiega Gabriela Todros in rappresentanza della Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Merito degli autori, “molto bravi a trattare un argomento serio con leggerezza e coinvolgimento emotivo”.
Stile narrativo incalzante, immagini d’archivio, stralci di giornale, approfondimenti su aspetti e curiosità ai più sconosciuti e massime tratte dal Pirkè Avot: il libro è un complesso e riuscito mosaico di molteplici elementi. “Ed è anche il frutto di un lavoro in parte collettivo”, ricordano Orsucci e Giannotti. Molti gli ebrei pisani (e non) che hanno dato il proprio contributo nella stesura del testo, finanziato dall’Unione Comunità Ebraiche Italiane e patrocinato sia dal Comune che dalla Provincia di Pisa. Sfogliandone le pagine si scoprono aneddoti che rivelano il peso notevole avuto da questa minoranza nelle dinamiche politiche e culturali di quella che è stata una delle più importanti potenze marinare al mondo. Gli autori riescono inoltre a ribaltare la prospettiva che vede, in molti lettori, il popolo ebraico solo come vittima di persecuzioni e non come soggetto attivo nella società di cui è parte. Invece, per la più antica Comunità della Diaspora (in Italia da oltre 2000 anni) c’è tanto da dire e da raccontare: il libro di Orsucci e Giannotti e tante altre iniziative intraprese negli ultimi tempi lo dimostrano.
Non è pertanto un caso che tra i vari ospiti di questo intenso pomeriggio di studi organizzato grazie alla collaborazione di alcuni enti pubblici e del Dec (Dipartimento Educazione e Cultura) Ucei e in cui sono stati affrontati temi che spaziavano dalla bioetica (con l’intervento tra gli altri di Cesare Efrati, medico dell’Ospedale Israelitico di Roma e maskil del Collegio Rabbinico Italiano) alla comunicazione, sia stato invitato a parlare anche Guido Vitale, direttore del Portale dell’Ebraismo Italiano e del mensile Pagine Ebraiche. Due iniziative editoriali (recentemente affiancate dal giornale dei giovani HaTikwa e a breve anche da David, pubblicazione dedicata ai più piccoli in rotativa a fine estate) che sono la riprova ulteriore della ricchezza di voci e contenuti che la collettività ebraica è in grado di proporre ad un pubblico vasto, curioso e attento agli stimoli.

Adam Smulevich