Comix – La guerra di Kubert
Joe Kubert è tornato. Con l’uscita del nuovo sceneggiato “Pacific” già si parla di storiografica filmata e si attribuisce a Tom Hanks e Spielberg un ruolo di nuovi storiografi che attraverso la pellicola raccontano un periodo eroico, forse uno dei pochi, della storia statunitense. In realtà non possiamo dimenticare tutti quei film, primo fra tutti “Il giorno più lungo” dove il D-Day è raccontato con una discreta precisione aneddotica.
Il fumetto ha sempre giocato una partita strana e doppie facce: se da un parte la guerra ha stimolato diverse serie come Supereroica in Italia, ha anche favorito la produzione di autori come Hugo Pratt o Toppi, che nel realizzare i loro fumetti hanno sempre prestato molta attenzione alla documentazione storica.
Negli Stati Uniti Harvey Kurtzman scrisse storie veramente brevi, ma ben documentate sulla rivista Frontline Combat della EC Comics.
Un altro autore che a macchia di leopardo ha prodotto fumetti storici è Joe Kubert che proprio in queste settimane è tornato nelle librerie statunitense con una nuova graphic novel “Dong Xoai: Vietnam 1965”.
È il racconto della scontro tra le forze del Viet Cong da una parte e americani e vietnamiti del sud dall’altra, tra il 10 e l’11 giugno del 1965, risoltasi con una vittoria tattica delle forze Viet Cong.
Kubert ha ormai alle spalle diversi lavori dedicati alla storia americana e non, oltre a opere come “Fax da Sarajevo” e “Yossel: April 19, 1943 (2003)”.
Si sa che la guerra del Vietnam è rimasta la grande ferita collettiva della società statunitense, così come l’11 settembre e le due successive guerre, che hanno “frullato” gli americani lasciandoli in uno stato perenne e continuo di guerra. Ma le ferite sono sempre anche personali e collegate alla vita di ogni persona. La generazione di Kubert non può dimenticare o cancellare il Vietnam così come arrivando a età matura non si può che cercare di riepilogare, affrontare, riflettere sulla propria Storia.
Kubert compirà 84 anni il 18 settembre del 2010 e va sottolineato che sembra proprio che non voglia, per fortuna, andare in pensione, ma anzi dritto sulla retta via della creatività, disegna ancora.
A breve riceverà il Milton Caniff Lifetime Achievement assegnato dalla National Cartoonists Society.
Andrea Grilli