Qui Firenze – Maccabi Day: un successo e una premessa

Partire da una festa di sport pienamente riuscita, sia nei numeri che nelle dinamiche, per guardare in modo costruttivo alle prossime iniziative in cantiere. Vittorio “Botticella” Pavoncello, romano doc e presidente della Federazione Italiana Maccabi, fa sapere di essere “molto contento” per l’andamento più che positivo del Maccabi Day svoltosi nella giornata di ieri a Firenze e rilancia la grande sfida per il futuro: coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani ebrei e di Comunità nelle attività organizzate dal più importante ente ebraico italiano per ciò che concerne sport giovanile e annessi. “Il grande successo della giornata, con la partecipazione di ragazzi che sono arrivati a Firenze un po’ da ovunque, deve costituire una solida premessa su cui lavorare nei mesi a venire”. Una sfida da vincere a tutti i costi, quella del coinvolgimento dei giovani delle realtà minori: “Dobbiamo far crescere i nostri figli con sani ideali, sia ebraici che sportivi. Giornate come quella odierna sono occasioni e possibilità di incontro dal valore immenso”. Oltre 100 ragazzi dagli 8 ai 14 anni provenienti da una decina di Comunità, un nutrito staff di madrichim al loro seguito, attività sportive che spaziavano dal calcio al volley e alla corsa, e come sfondo alla ricca giornata di giochi e gare organizzata dalla Federazione Italiana Maccabi in collaborazione con Ufficio Giovani Nazionale UCEI, Comunità ebraica di Roma e Comunità ebraica di Firenze, il verde e funzionale centro sportivo Virgin Active, una delle location cittadine più suggestive per tirare due calci a un pallone o correre all’aria aperta. Il mix è stato vincente, la festa di tutti. “Ci sono ragazzi di Roma, Milano, Livorno, Bologna, Firenze. Non mancano anche rappresentanze di padovani, napoletani e di altre piccole Comunità”, commenta Stefano di Porto, uno degli organizzatori di questo evento che nelle dinamiche si ispirava al popolare programma televisivo Giochi Senza Frontiere. Sei squadre (rigorosamente miste) in lizza, tipologia di gare che esaltavano le differenti capacità agonistiche di ciascuno, un jolly da utilizzare per raddoppiare il punteggio nel gioco in cui la squadra si sentiva più sicura e forte, premi e medaglie per tutti perché la vera vittoria stava nella partecipazione e non tanto in un goal o in una schiacciata sotto rete: ecco la formula vincente dei GSF ebraici. Lidia Calò, animatrice dal sorriso contagioso, non stava ferma un attimo: “Vedere che i nostri giovani sono entusiasti è splendido”. Claudia De Benedetti, vicepresidente UCEI, annuiva e indossava la maglietta del Maccabi. Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, citava perle di saggezza antiche: “Mens sana in corpore sano”. E il clima si dimostrava clemente: la temuta pioggia prevista da alcuni meteorologi non c’è stata. Anche se era rav Locci, in qualche modo, ad evocarla: “Vedere tutti questi colori (ogni squadra aveva una maglietta di un colore diverso ndr) mi fa venire in mente l’arcobaleno, il segno del patto di Dio con l’uomo dopo il Diluvio. Voi ragazzi siete il futuro dell’ebraismo italiano”. Poi era il momento delle medaglie e delle targhe ricordo: un riconoscimento speciale per la riuscita del Maccabi Day andava a Mauro Di Castro, assessore alle attività socio-culturali della Comunità ebraica di Firenze, e all’architetto Renzo Funaro, il tramite tra Comunità ebraica e Virgin Active che ha fatto sì che le gare si potessero svolgere in un contesto splendido come quello del fitness center di Rovezzano.

Adam Smulevich