Il nodo di Gaza – Sinistra per Israele: “Risposta inaccettabile”
“Anche chi come noi non transige sulla sicurezza di Israele, non può esimersi dal considerare la risposta del governo israeliano, al di là dell’eventuale legittimità o meno, come inaccettabile dal punto di vista del costo in vite umane”. Lo sottolineano in una nota Furio Colombo ed Emanuele Fiano, presidente e segretario nazionale di Sinistra per Israele insieme ai coordinatori dell’organizzazione di Roma e Milano Fabio Nicolucci e Giorgio Albertini. “La Marina israeliana, che prima dell’azione ha esplicitamente invitato le navi della flottiglia umanitaria a dirottare su un altro porto, ha infatti messo in atto un attacco – spiegano dopo aver espresso cordoglio per le vittime – che appare da diversi punti di vista sproporzionato rispetto alla manovra di rottura dell’embargo; questo anche laddove si accertino le volontà offensive di singoli esponenti del gruppo di pacifisti. Parte dei quali non hanno certo le carte in regola per definirsi ‘operatori di pace’. “Anche se chi forza un blocco militare sa che non può non esserci una reazione, sicuramente il previsto arrivo delle navi con gli aiuti poteva essere gestito dalla leadership israeliana in carica con un approccio diverso che impedisse, o per lo meno limitasse al minimo, un eventuale conflitto. L’attuale governo israeliano mostra in questa azione il deficit di politica che lo sta accompagnando fin dalla sua nascita”. Per l’organizzazione “è necessario che al più presto riprendano i colloqui di pace fra Israele e l’unica legittima Autorità Nazionale Palestinese, emarginando Hamas e altre frange terroristiche, che in questo frangente stanno tentando di riprendere peso nella scena internazionale. Dobbiamo infatti ricordare che causa del duro embargo contro Gaza è anche la scelta terroristica di chi governa quel territorio, scelta che non è mai stata rinnegata”. “Ci auguriamo – dicono ancora – che venga al più presto stabilita la corretta dinamica dei fatti, e si accertino le responsabilità: Israele si apra alla collaborazione delle autorità internazionali e dell’Unione Europea e avvii una propria inchiesta indipendente. In questo senso è bene anche che venga rapidamente chiarito lo status di tutti gli attivisti fermati”. “In ultimo – concludono – auspichiamo che altrettanta responsabilità venga da ogni parte coinvolta nella vicenda: è infatti inquietante che le manifestazioni di ieri siano state guidate verso i quartieri a forte presenza ebraica e le sinagoghe di alcune città ; la critica, legittima, contro la politica del governo di Israele non deve mai rischiare di confondersi con forme di antisemitismo; manifestare di fronte ad una sinagoga per i morti a bordo della nave turca significa scegliere come obbiettivo della propria protesta gli ebrei e non il governo d’Israele, il che è pericoloso e inaccettabile”.