Comix – Eisner e il contratto

Sono tornati in libreria tre opere di Will Eisner particolarmente significative per la storia del fumetto, per la carriera artistica dell’autore e per la cultura ebraica statunitense.
Stiamo parlando di “Contratto con D-o”, “Dropsie Avenue” e “La forza della vita”. Oggi parleremo del primo volume che ha tracciato un percorso tutto nuovo nel mondo del fumetto. L’origine del graphic novel è stato già trattato in altri articoli, per cui non è il caso di soffermarsi, vale la pena invece raccontare e confrontarsi con le storie raccontate nel “Contratto con D-o” (A Contract with God, and Other Tenement Stories, questo è il titolo originale).
“Le storie di Eisner sviscerano il senso profondo dell’esistenza, arrivando a toccare questioni che rimangono generalmente senza risposta…” (Los Angeles Time).
Il primo episodio è quello che fissa il tema e il titolo del volume. È la storia di un giovane ebreo askenazita, Frimme Hersh costretto a fuggire dai pogrom. Durante la fuga conclude un contratto con D-o, a fronte di suoi comportamenti rispettosi delle Leggi, il Santo Benedetto lo proteggerà. Niente di particolare se non appare evidente immediatamente che uno dei due contraenti non è informato e forse non ha espresso pienamente la sua adesione al patto strettamente privato tra Frimme e l’altro Contraente.
Il ragazzo comunque arriva negli USA dove vive da ottimo ebreo osservante finché un giorno muore una bambina che avevano abbandonato sul ciglio di casa sua e che amorevolmente aveva cresciuto per tanti anni.
Una delle pagine più drammatiche e commoventi disegnate da Eisner è propria quella in cui Hersh alza i pugni al cielo per maledire il mancato rispetto del patto. Da quel momento la sua vita sarà fuori dal sentiero delle Leggi, sarà fuori da quel lungo percorso segnato da Abramo e i suoi discendenti. Alla fine di male in peggio Frimme Hersh chiederà ai rabbini della comunità di scrivere un nuovo accordo tra lui e D-o.
Proprio quando alza il contratto al cielo per rivendicare un nuovo accordo ben scritto, un infarto al cuore gli toglie la vita… Questa storia ha una serie di temi anche spirituali che sono complessi perché toccano il significato della vita stessa. È possibile avere un dialogo così diretto, così personale da scrivere una addendum a quel Patto originario tra D-o e il popolo ebraico? Frimme Hersh non doveva rispettare già le Leggi senza ulteriori accordi?
In questi casi mi viene sempre in mente la storiella dei rabbini che in un lager si confrontarono sulla esistenza di D-o, e quando diedero risposta negativa, comunque pregarono.
Questa storia di Will Eisner si pone all’altezza dei grandi scrittori yiddish perché scuote la nostra mente e pone domande che offrono nuove domande percorrendo quel pensiero di antitesi costante di cui parla Joann Sfar.
E proprio il confronto con Sfar apre un secondo aspetto di questo libro e degli altri che affronteremo nelle prossime settimane. Il fumetto è diventato uno strumento di ripensamento e conoscenza della storia ebraica. Non più supereroi, ma uomini che ripercorrono la storia dalla Tunisia alla terra di ashkenatz fino a quella “America” di Mordecai Noah.
Le storie raccontate da Eisner sono quelle della Grande Mela, vissute direttamente quando da giovane lavorava in una tipografia per guadagnarsi due soldi e imparare il mestiere, quella New York che gli diede l’occasione di iniziare l’attività di fumettista.

Andrea Grilli