Comix – Will Eisner e la forza della vita
Terzo e ultimo episodio della trilogia dedicata a New York. “La forza della vita” (Fandango Libri) è sempre ambientata nel Bronx, sempre in quella Dropsie Avenue e il numero 55 della strada è sempre lì ad ospitare i personaggi veri, più veri di un uomo vivo, che questa volta si confrontano con il periodo della depressione, la crisi economica degli anni Trenta.
Jacob Shtarkah è alla ricerca del significato della sua vita; nelle prime pagine, con un montaggio teatrale, quasi un monologo, Jacob affronta il primo elemento di paragone quando si parla di questo argomento: siamo stati creati da D-o oppure D-o è il frutto della nostra mente. Le due ipotesi cambiano completamente il significato della vita.
Eisner ha anche giocato con la nostra immaginazione, così ha introdotto uno scarafaggio come termine di paragone tra quello che può essere l’esigenza primaria della vita, che chiamiamo sopravvivenza, e la ricerca di qualcosa di più del mangiare che occupa la giornata di uno scarafaggio.
Jacob Shtarkah non solo insegue qualcosa di più nella vita, ma quando riuscirà a superare la depressione, ad avere un lavoro onesto e reddittizio, ha anche l’occasione della sua vita. La possibilità di recuperare un amore perso. Qui scatta una delle caratteristiche peculiari di molti lavori di Eisner, spesso i personaggi non riescono a completare il loro riscatto. Come se non tutto ciò che riguarda la nostra vita fosse possibile, praticabile dalle nostre mani di uomini. Non riusciamo spesso a essere i muratori della nostra casa.
Ma attenzione, anche in questo graphic novel non abbiamo un finale moralistico, una soluzione, abbiamo una domanda aperta. Eisner nella introduzione al libro parla della universalità del mezzo “fumetto”, dei temi che ha trattato, ma… il modo di trattarlo non è universale, è suo proprio. Anzi la risposta al monologo iniziale di Jacob Shtarkah è un’altra domanda o comunque una riflessione personale di ogni lettore.
Andrea Grilli