famiglia e futuro…
Le arti magiche, gli scongiuri e le maledizioni sono inefficaci contro il popolo ebraico. E’ il messaggio della parashà del prossimo Sabato che racconta l’incauto tentativo del re Balaq di assoldare il mago Bilam nella mission impossible di liquidare Israele con le parole. Però lo scaltro Bilam ha un asso nella manica: laddove le parole non riescono, c’è un modo antico per un risultato garantito, la seduzione sessuale. Alla fine della parashà si scatena la seduzione collettiva delle figlie di Moav, che solo un intervento duro riuscirà a bloccare e contenere nei suoi effetti micidiali. Troppo facile dedurne una morale e una verità perenne, che il destino biologico di Israele si gioca molto sull’endogamia. Senza aver chiaro questo presupposto, e condividerlo, parlare di calo demografico, conversioni e recuperi, significa confondere il problema con la soluzione, la malattia con la cura. E’ indispensabile che i dirigenti comunitari se ne occupino e se ne preoccupino, ma in modo virtuoso. Ho letto con piacere un comunicato congiunto dei tre presidenti (UCEI, Roma e Milano) che hanno risolto l’incidente di una recente intervista e hanno detto che ora sono d’accordo e vogliono collaborare. Ma hanno parlato solo di politica. Di famiglia e di futuro no, e vorremmo sapere se sono d’accordo, e in che modo, anche su quello.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma