«Studierai giorno e notte»

All’immensa perdita del Tempio il popolo ebraico, piegato militarmente dall’impero romano, seppe reagire innalzando un nuovo Tempio: il Tempio dello studio. Fu così che riuscì ad attraversare sofferenze atroci, esili interminabili. Si distinse tra le nazioni perché optò per la cultura del libro in luogo della cultura della pietra. Accettò di evitare ogni idolatria del monumento per incamminarsi verso la parola. Accettò di abitare nel Libro e di interpretarlo per viverci. Insegnò al mondo la possibilità di avere nel volume del Libro lo spazio vitale. È stato forse questo passaggio dalla pietra alla pagina il miracolo della sua sopravvivenza nella storia.
Lo studio è questione di vita o di morte. Ben prima di ogni conflitto esterno. Perché una comunità privata dello studio dell’ebraismo è votata al decadimento. «Studierai giorno e notte». L’ebraismo è il comandamento di un Libro – Libro unico intorno a cui si avvolgono le pagine degli altri libri, biblioteca universale e vicaria dell’universo.

Donatella Di Cesare, filosofa