Qui Milano – Dibattito acceso al Consiglio straordinario
Giunte aperte, giunte chiuse. Dopo le elezioni con il maggior numero di candidati di sempre, il fermento che pervade la Comunità ebraica milanese si è tradotto in un Consiglio straordinario di passione. Un pubblico eccezionalmente numeroso ha assistito al confronto serrato fra la maggioranza di Ken e i Consiglieri delle quattro liste di opposizione. Nonostante i toni accesi, un’ulteriore conferma di una rinata voglia di partecipazione alla vita comunitaria.
I Consiglieri di minoranza avevano richiesto la convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dell’articolo 21 dello Statuto UCEI. Primo punto all’ordine del giorno, la decisione della Giunta di tenere le proprie riunioni a porte chiuse, cioè escludendo la possibilità per gli altri consiglieri di assistervi.
“La nostra scelta – ha spiegato il presidente Roberto Jarach – nasce dalla necessità di discutere problemi delicati trattando dati sensibili, per cui riteniamo opportuno, nonché più efficace, farlo senza doverci preoccupare della circolazione di informazioni riservate. Ritengo che l’accusa di poca trasparenza che ci è stata mossa sia ingiusta, considerando che per la prima volta abbiamo deciso di rendere conoscibili a tutti le delibere adottate attraverso la newsletter della Comunità”.
Roberto Liscia ha illustrato le ragioni per cui i consiglieri di minoranza, pur con diverse sfaccettature, hanno giudicato negativamente la chiusura delle riunioni di Giunta “Questa situazione ha due risvolti non condivisibili, la mancanza di controllo, e il non avvalersi, nel processo di formazione delle decisioni, delle altre 12 intelligenze che sono parte di questo Consiglio. Sarebbe bene che potessimo operare come una Giunta allargata”. Un invito a maggioranza e opposizione ad abbassare i toni è stato rivolto da Walker Meghnagi “È arrivato il momento di creare quel clima di collaborazione che tutti auspicavamo in campagna elettorale. Per questo è importante che la maggioranza possa lavorare serenamente e, allo stesso tempo, si impegni a coinvolgere tutti, perché insieme possiamo fare tanto”.
L’Assessore alle finanze Alberto Foà ha però tenuto a precisare le ragioni per cui è importante che la Giunta lavori a porte chiuse “Ho trovato una situazione finanziaria e organizzativa molto difficile, e ritengo che questa crisi derivi da un problema ‘morale’. Questo non per accusare qualcuno di immoralità, ma è mia convinzione che la mancanza di regole e la disorganizzazione derivano proprio dal fatto che maggioranza e opposizione, abbiamo in passato perso la specificità dei propri ruoli, dando vita a un processo di decisioni collettive di scarsa trasparenza e impossibile da controllare. Non si possono finanziare tutte le iniziative, né aiutare tutti i bisognosi. È necessario compiere delle scelte, scelte delicate. Ecco perché è importante che la giunta operi in totale discrezione e senza alcuna pressione esterna”.
I consiglieri eletti con “Per Israele”, in particolare Yasha Reibman e Michele Boccia, hanno tuttavia espresso grande preoccupazione, definendo questo modus operandi un pericoloso precedente. “I consiglieri hanno sempre avuto la possibilità di partecipare alle giunte – ha sottolineato Reibman – In questo modo il Consiglio non può sapere, né fare più nulla. È giusto che tutti partecipino ai lavori”. A ribattere è stato l’Assessore Daniele Nahum, evidenziando il fatto che la lista Per Israele è parte di un gruppo nazionale, che segue una filosofia diversa. “A Roma, Per Israele governa la Comunità e tiene riunioni di Giunta aperte esclusivamente agli altri Consiglieri di maggioranza. Opporsi a una nostra analoga decisione qui a Milano diventa incoerente”. Nahum ha poi rilanciato, insieme ad altri membri della maggioranza, la proposta di istituire delle Commissioni di lavoro, che possano supportare gli Assessori, ma anche occuparsi di problemi specifici, in modo da garantire la possibilità di sfruttare le competenze dei Consiglieri rimasti esterni alla Giunta, proposta accolta da diversi esponenti di minoranza.
Il Presidente Jarach si è assunto la responsabilità di decidere per il futuro se tenere le riunioni di Giunta aperte o meno. Contemporaneamente è stato accolta la proposta di istituire una commissione che studi delle linee guida comportamentali per la Giunta, in sostituzione delle consuetudini che fino a questo momento hanno governato la vita comunitaria milanese in assenza di specifiche previsioni dello Statuto UCEI e di un vero e proprio regolamento della Comunità.
Sono state poi discusse le facoltà di comunicazione dei Consiglieri con gli iscritti. Il gruppo di Per Israele ha richiesto che venga garantita a tutti la possibilità di interventi e repliche sulle testate comunitarie (il Bollettino, il sito Mosaico e la newsletter), finora utilizzati solo dalla maggioranza. Richiesta che è stata accolta dal presidente Jarach, che si è impegnato a garantire la pluralità.
Ultimo punto all’Ordine del giorno erano i rapporti della Comunità con i media, problema portato alla ribalta da un’intervista rilasciata da Jarach al quotidiano La Stampa. “Capisco che le mie dichiarazioni relative ai matrimoni misti, ai rapporti con Israele e nei confronti di Riccardo Pacifici, così riportate, possano aver dato adito a interpretazioni sbagliate. Ribadisco di essere stato frainteso e penso che le mie successive precisazioni abbiano sgombrato il campo da ogni equivoco” ha sottolineato il Presidente, che è stato invitato a una maggiore cautela nei rapporti con la stampa, nonché ad aprire un confronto sugli stessi temi all’interno della Comunità.
Rossella Tercatin