Quali rabbini, quale futuro – “Ai rabbini chiediamo risposte chiare”
Di fronte alla proposta di un Tribunale rabbinico unico che coordini a livello nazionale i percorsi di conversione e decida sugli stessi, rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della maggiore Comunità ebraica italiana scrive sull’Unione informa: “Non si potrebbe essere più sinceri e chiedere semplicemente e direttamente quello che si vuole in realtà (procedure facili e una corte controllabile)?”.
Di fronte a una posizione del genere si rimane basiti, e ci si chiede se l’unica preoccupazione del rabbinato italiano (posto che rav Di Segni ne rappresenti il massimo pensiero) non sia quella di mantenere il proprio potere e affermare la propria autorità; e ci si chiede se il rabbinato italiano si renda conto della gravissima situazione di sfaldamento e degrado in cui si è esso stesso si è ridotto, trascinando con sé l’ebraismo a cui invece avrebbe dovuto far da guida.
Non si possono rivolgere al proprio interlocutore surrettizie accuse di demagogia usando poi quella stessa demagogia per rispondere ai suoi supposti obiettivi: da un Beth Din unico non ci si aspettano regole ‘facili’, ma regole chiare e decisioni coerenti. Ci si aspetta che il Tribunale rabbinico prescinda da conflitti di interesse che caratterizzano invece i singoli rabbinati locali, che facilitano certi ghiurim e ne dilazionano all’infinito altri. Ci si aspetta che il Beth Din si dedichi full time all’impegno che la Comunità richiede, con l’insegnamento e con una guida sicura, priva di quelle incertezze e di quei ripensamenti che troppo spesso sconcertano chi ne fruisce.
Non si può rimanere sordi e ciechi di fronte alle istanze di una Comunità in crisi. E non si possono proibire fuori casa quelle cose su cui si sorvola in casa. L’uso di due pesi e due misure nel giudizio è proibito dalla Torah (Lev.19:35).
Insomma, anche il rabbino, anziché rinchiudersi a difesa nel proprio ristrettissimo guscio, deve misurarsi umilmente con le responsabilità del proprio ruolo quando in ballo è il destino di un’intera Comunità.
Dario Calimani, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane