talled…

Ho un appello da fare. Calmi, non è in polemica con nessuno. Vorrei fare presente che probabilmente non ci siamo accorti, o ci siamo dimenticati, che il colore interno delle nostre Sinagoghe è recentemente cambiato. Praticamente tutti gli uomini oggi indossano il talled ashkenazita, di lana bianca a strisce nere, bello e austero, di remote origini, da sempre presente anche nelle nostre comunità italiane. Ma è quasi scomparso il talled di seta, tutto bianco o con strisce azzurre, in uso presso i sefardim e molti italiani. Un tempo si produceva in Italia, dalle parti di Como. Poi per molti anni, fino a poco fa, in Israele se ne trovava una variante industriale, non altrettanto elegante. Ora in Israele è difficile trovare anche quella, talora sostituita da imitazioni in tessuto sintetico e con strani colori. Non dovremmo rinunciare alle nostre tradizioni. Dovremmo riprendere la produzione secondo l’antico stile. Che si faccia in Italia, o in Cina o in qualsiasi altro posto, è indifferente. Non dovrebbe essere un’impresa impossibile per un imprenditore che si occupa di tessuti ordinarne una partita, in due-tre misure standard (compresa quella per bambini). Non dovrebbe essere neppure un’impresa in perdita, se il mercato si risveglia e non solo in Italia. Insomma, pensiamoci.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma