manifestazioni…

La redazione di Informazione Corretta ha ieri messo il dito su una delle tante piaghe raccontando l’episodio di una manifestazione contro Israele che si sarebbe dovuta svolgere davanti alla Sinagoga di via Guastalla a Milano. La redazione si chiede: “Perché manifestare contro Israele davanti alla Sinagoga?” e risponde: “perché antisemitismo e antisionismo sono la stessa cosa”. Ora, premesso che sono convinto che la maggioranza di coloro che hanno manifestato in questi giorni siano anche antisemiti (in fondo all’anima se non in superficie), credo che sia necessario capire (il che non significa giustificare) il ragionamento di chi sceglie la Sinagoga come il luogo dove manifestare contro Israele. Il fatto è che gli ebrei italiani sono, e a ragione, i primi sostenitori dello Stato d’Israele in Italia. Tutte le manifestazioni a favore d’Israele sono o promosse o sostenute da ebrei italiani e dai suoi dirigenti (tra questi in molti casi, anche il sottoscritto). Molto spesso si manifesta, o si festeggia lo Stato d’Israele dentro le Sinagoghe o davanti alle Sinagoghe. Sulla cancellata della Sinagoga di Roma sono appesi da anni dei manifesti per la liberazione di due soldati israeliani. Ma allora, se quei luoghi sono stati scelti, con ampia condivisione, dai dirigenti dell’ebraismo italiano come sedi di supporto allo Stato d’Israele, perché non dovrebbero teoricamente essere anche luoghi di espressione di dissenso civile (bare e altre delizie escluse, ammesso che chi manifesta sia capace di fare queste sottili distinzioni)? Non ci si può lamentare di confusioni identitarie se i primi a farle, su scala industriale, siamo noi. E se molte persone in Sinagoga, o davanti, ci vanno, giustamente, per sostenere Israele, ma dentro, a pregare e studiare, almeno qualche volta, non so.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma