Quali rabbini, quale futuro – Reazioni e sdegno sugli attacchi

La nomina a rabbino capo della Comunità Ebraica di Torino del rav Eliahu Birnbaum e il dibattito tenutosi in seno al Consiglio della Comunità riguardo a questo argomento continuano a destare considerazioni e prese di posizione.
In una lettera privata e non destinata alla divulgazione, lo stesso rabbino si rivolge ad alcuni ebrei torinesi per comprendere i motivi degli attacchi di cui è stato oggetto nelle scorse ore e offrire un dialogo aperto e sereno riguardo alle prospettive del suo nuovo incarico. Traendo spunto e rincarando il contenuto di un editoriale firmato dal rabbino Alberto Moshe Somekh, che appare sul numero di luglio di Pagine Ebraiche, nel corso del Consiglio voci dell’opposizione avevano creduto di attribuire al rav Birnbaum affermazioni e comportamenti inusuali al solo fine di avvicinare persone allontanatesi dall’ebraismo, come per esempio autorizzare in locali comunitari lo svolgimento di cene in coincidenza con le festività natalizie. Queste affermazioni, registrate nel corso della seduta di Consiglio e poi riprese senza una verifica della loro effettiva veridicità e senza l’opportuna contestualizzazione da scritti apparsi su notiziari online, hanno finito per disseminare disorientamento, preoccupazione e fastidio in molti ambienti ebraici e in molti si sono espressi nelle scorse ore in particolare per tutelare l’autorevolezza di una figura rabbinica di chiara fama, nota molto apprezzata in campo internazionale.
In particolare molti hanno stigmatizzato la grave mancanza di etica professionale da parte di siti che riprendono scritti apparsi su altre fonti (compreso questo notiziario quotidiano) citandone in maniera incompleta la provenienza e modificandone la titolazione al solo fine di suggestionare la percezione del lettore. Altri hanno rivelato come sia grave porre in circolazione notizie distorte e non verificate al solo fine di disseminare sfiducia e confusione.
Il presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana, rav Giuseppe Laras, ha dal canto suo emesso un documento in cui denuncia come fatti gravi e intollerabili gli accenni all’autorizzazione di un “cenone natalizio” quali “un’estrapolazione, incompleta e decontestualizzata, di un discorso più generale di cui non vengono riportati i riferimenti puntuali necessari per comprenderne senso e scopi” e ricorda come il rav Birnbaum sia un rabbino “capace e rispettato”. Si ricorda anche che il contenuto degli scritti posti in circolazione sono aggravati “da un titolo e da un “cappello” che suonano in senso volutamente irridente e scandalistico”. “Da ultimo – si aggiunge nel documento – sia la lettera che la diffusione mediatica della stessa sembrano, conseguentemente, anche sollevare dubbi sulla lucidità e competenza dei membri della Consulta Rabbinica (rabbini Alfonso Arbib, Luciano Caro e Giuseppe Laras) che hanno approvato la nomina a Rabbino Capo di Torino dello stesso Rav Birnbaum”.
In una nota redatta dal rav Shalom Bahbouth si ricostruisce invece minuziosamente quanto accaduto, con l’intento dichiarato di recuperare la realtà dei fatti e di fornirne la giusta chiave interpretativa.
“Conosco da anni rav Eliahu Birnbaum – si legge nel documento – e le affermazioni circolate ieri mi avevano molto meravigliato, tanto da ritenere che fossero dovute, nella migliore delle ipotesi, a un fraintendimento da parte sua”.
Sulla base di tale ricostruzione emerge in effetti che il rav Birnbaum ha partecipato a un congresso rabbinico nel corso del quale non ha dato alcuna lezione, ma ha assunto l’incarico di coordinatore di un dibattito di una delle riunioni in cui è stata illustrato un responso (pubblicato su Marè Habazak vol. 5 pag. 123). In quell’occasione non furono espresse opinioni personali, ma riferito di un caso simile accaduto in Francia e al quale il gran rabbino rav Joseph Sitruk aveva dato la sua approvazione. Il caso verificatosi a Parigi, si riferisce a una festa organizzata un 24 dicembre, al solo scopo di svagarsi e non per motivi religiosi, per giovani che sarebbero comunque andati a feste organizzate al di fuori dell’ambiente ebraico. “Il rav Birnbaum – riferisce il rav Bahbouth – ha semplicemente riportato questo caso senza esprimere opinioni in merito”.
Al di là di quanto riferito nello specifico, con dettagli che richiederebbero molto studio prima di poter offrire interpretazioni fondate e allo scarto da epidermiche reazioni emozionali, i commenti raccolti concordano nel mettere in luce che la diffusione di notizie incontrollate e strumentali corre il rischio di disseminare turbamenti e interrogativi che non hanno ragione di essere, a tutto discapito del diritto del lettore di essere correttamente informato e del diritto di ognuno di vedersi tutelato nella propria onorabilità.