Qui Roma – Il caso Halimi e il nuovo antisemitismo
Si è parlato di antisemitismo, al convegno che si è svolto ieri alla Camera dei Deputati a Roma in una sala gremita di gente nonostante il caldo torrido. L’incontro organizzato dall’onorevole Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera ha cercato di individuare le cause dell’antisemitismo attuale indagandone le matrici storiche, così come riferisce il titolo scelto per il convegno “Perché l’antisemitismo: le domande della storia”.
In Europa i pregiudizi e i miti relativi agli ebrei sono sempre stati molteplici, talvolta alimentati da documenti falsi come i Protocolli dei Savi di Sion, come ha fatto rilevare durante il suo intervento uno degli studiosi intervenuti, il professor David Meghnagi, psicologo, ideatore e direttore del Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Ateneo di Roma Tre. Gli ebrei sono stati accusati di tutto e il contrario di tutto di corporativismo e di elitarismo religioso, di praticare il prestito ad interesse, di essere troppo potenti, troppo ricchi, fastidiosi.
Il convegno che si è aperto con il saluto degli onorevoli Fiamma Nirenstein e Raffaele Volpi, cui sono seguiti i brevi interventi degli esperti Mario Toscano, Piero Craveri, David Meghnagi e Marcello Pezzetti, è stato anche occasione, di ospitare la testimonianza della signora Ruth Halimi, co-autrice del libro, appena uscito in italiano, “24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi” (Ed. Belforte, 2010), nel quale racconta i terribili giorni del sequestro, delle torture e della tragica morte del figlio, ostaggio di una banda antisemita a Parigi nel 2006.
“Molti pensano che l’antisemitismo sia di destra – ha detto David Meghnagi intervenendo subito dopo la tragica testimonianza della signora Halimi – ma non è così, l’antisemitismo ha attraversato tutta l’Europa, è stata una battaglia durissima, ma le battaglie non si vincono una volta per tutte bisogna ancora tornare a combattere e a spiegare”.
Esprime preoccupazione lo storico Piero Craveri nel vedere aumentare i documenti che attestano atti di antisemitismo ma “prima erano le tombe, gli edifici ora sono le persone” ad essere presi di mira. “Quando nei popoli dell’Occidente che hanno vissuto il nazismo vediamo queste linee di movimento le preoccupazioni vengono”. Analizza il professor Craveri che invita a non allentare le tensioni a non abbassare la guardia perché certe cose sono fondamentali e devono rimanere tali e conclude “Quando certi avvenimenti (come quello di Ilan) cominciano a colpire gli ebrei dobbiamo tutti iniziare a tremare”.
Analizza il contesto in cui si è svolto il rapimento di Ilan Halimi lo storico Mario Toscano che lo ricollega al prototipo antisemita dell’ebreo ricco e individua una serie di elementi che hanno caratterizzato l’antisemitismo del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale fra cui la questione israeliana e il ruolo politico internazionale del mondo sovietico.
Si pone sulla stessa linea Marcello Pezzetti, storico specialista nello studio di Auschwitz che approfondisce alcuni aspetti dell’antisemitismo dell’ultimo ventennio e invita a chiedersi come si possa contrastare l’antisemitismo attuale.
La parola è poi passata a Robert S. Wistrich storico di fama internazionale che, in collegamento telefonico, ha cercato di analizzare il movimento di antisemitismo che ha portato all’assassinio di Ilan Halimi ed il contesto in cui quest’ultimo si è verificato valutando anche quali siano le possibili forme legislative da mettere in atto per frenarlo.
Lucilla Efrati