L’estasi della felicità in un francobollo
Può capitare, passeggiando sul lungomare di Tel Aviv, di imbattersi in un gruppetto di chasidim con la barba lunga e la kippah bianca che ballano musica techno sul tettuccio di un furgone, cercando di coinvolgere gli stupefatti passanti nella loro danza ispirata: uno squarcio di religiosità postmoderna.
I Breslav sono una delle sette chassidiche più appariscenti e folkloristiche che si possono trovare in Israele, nonché la più aperta e tollerante nei confronti del mondo ebraico laico o assimilato.
Le poste israeliane hanno deciso di rendere omaggio ai Breslav e al loro fondatore, il rabbi Nachman: nel duecentesimo anniversario della sua morte viene stampato un francobollo (nell’immagine) che raffigura una riunione di chasidim Breslav sulla tomba del rebbe. Sullo sfondo si staglia la sinagoga di Uman, la cittadina ucraina che diede i natali a rav Nachman nel 1772.
Pronipote di Baal Shem Tov, il fondatore del chasidismo, rabbi Nachman dimostrò precocemente un notevole carisma spirituale. Portatore di una fede incrollabile, visse la sua esperienza religiosa accentuando i toni gioiosi e vitalistici di essa. In poco tempo radunò un cospicuo numero di seguaci e comincio a viaggiare attraverso l’Europa orientale portando in giro il suo messaggio di gioia ed entusiasmo. “Essere sempre felici è una grande mitzvah”, sosteneva, “l’unico vero peccato è la tristezza, lo scoramento”.
La sua più grande dote spirituale era quella di scorgere una scintilla di santità in ogni cosa. Poneva grande enfasi sulla mitzvah della gioia: il rapporto con il Creatore e con il creato, nel sua visione mistica, deve generare un perenne entusiasmo nel cuore del fedele, un sentimento di giubilo, di amore per la vita, il quale si esprime attraverso la musica e la danza.
La chasidut Breslav nacque a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo quando i seguaci di rav Nachman furono allontanati dalla comunità ortodossa per via dell’adorazione cultuale del rebbe, la quale continua ancora oggi.
Sono decine di migliaia le persone che nel terzo millennio dell’era volgare seguono la filosofia di rav Nachman di Breslav, che unisce la fede e la gioia. Egli però non volle fondare una dinastia chassidica, pratica comune tra queste comunità. Quando morì di tubercolosi, neanche quarantenne, nel 1810, si rifiutò di nominare un successore. “Non aspettate nessun altro rebbe”, disse ai suoi discepoli, “fino alla venuta del Messia rimarrò io la vostra guida”.
Ancora oggi i Breslav non hanno un maestro guida, se non lo spirito di rav Nachman. Questo ha attirato su di loro il soprannome di ‘chasidim morti’ perché fanno riferimento ad un rebbe defunto e non intendono sostituirlo. Ma culturalmente sono tutt’altro che morti: nel mondo del chasidismo, la loro attività di diffusione della spiritualità e della felicità che l’accompagna è tra le più visibili, soprattutto in Israele.
La setta è storicamente in competizione con quella Lubavitch per il primato nel mondo chassidico e per le attività di proselitismo. I Breslav perseguono l’obiettivo di rendere il mondo un posto migliore, sconfiggendo il male, diffondendo il loro messaggio di gioia e cercando di avvicinare gli uomini a Dio. Oggi portano avanti la loro missione in tutto Israele e anche in grandi metropoli della diaspora con una significativa presenza ebraica come New York, Los Angeles, Parigi e Montreal.
Un momento cruciale della vita di questa comunità chassidica è il Rosh Hashana kibbutz. “Il mio Rosh Hashana è la festa più grandiosa” soleva dire rabbi Nachman. “Chiunque creda in me deve passare Rosh Hashana in mia compagnia, questo è il nucleo della mia missione”. “I seguaci che visiteranno la mia tomba e faranno tzedakah in mio onore”, disse inoltre “cancelleranno tutte le loro colpe. Io li tirerò fuori dalla Gheenna per le pe’ot”.
Dal capodanno ebraico del 1811, il primo dopo la morte del rebbe, viene organizzato un pellegrinaggio annuale sulla sua tomba a Uman. Oggi, a Rosh Hashana, più di ventimila persone provenienti da tutto il mondo si ritrovano a Uman per onorare rabbi Nachman e festeggiare insieme l’inizio del nuovo anno.
Proprio l’occasione del capodanno sulla tomba del rebbe è stata scelta dalle poste israeliane come la manifestazione più caratteristica da raffigurare per rendere omaggio al grande maestro e ai suoi seguaci, che tanta parte hanno nello sviluppo spirituale del paese.
Il maggiore lascito di rav Nachman di Breslav è il suo approccio emozionale al culto, la valorizzazione della spontaneità e delle esternazioni entusiastiche: compito dell’uomo è servire Dio con cuore sincero e coinvolgere i suoi simili nella gioia mistica che ne deriva.
Manuel Disegni