…opinione pubblica

Questa settimana a Gotheborg al Congresso mondiale dell’associazione internazionale di Sociologia sono stati presentati 3.032 lavori. Un gigantesco supermarket delle scienze sociali. Di questi studi, 21 riguardano Israele (in confronto, 31 sono sull’Iran, 51 sull’Italia, 109 sul Giappone, uno solo sulla Giordania, 12 su Palestina e Palestinesi). Altri dieci lavori si occupano di sociologia degli ebrei e dell’ebraismo. Si tratta di aliquote abbastanza modeste, ma tutto sommato normali, che non lasciano trapelare un atteggiamento eccessivamente attento o indifferente circa i temi che interessano i lettori di questa pagina quotidiana. Interessante, semmai, la composizione della rappresentanza israeliana che include una gran varietà di tipi accademici – dal sionista normativo all’anti-israeliano militante. Vi sono infatti dei professori che da Israele non esitano a reclamare a gran voce il boicottaggio accademico… di Israele. Ma, contrariamente alle loro richieste, nessuno qui si è sognato di boicottare né loro – i fautori del boicottaggio – né coloro che la pensano diversamente e al boicottaggio si oppongono. Gli stolti autolesionisti forse non si rendono conto del buon segnale che inviano sulla libera circolazione delle idee. Essi sono la prova vivente di quanto diversa sia l’opinione pubblica in Israele rispetto a molti altri paesi: qui si possono ancora dire cose (anche se incongrue o spiacevoli) che altrove sarebbero censurate.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme