Giornata della Cultura Ebraica – Renzo Gattegna: “L’iniziativa è il frutto del rapporto tra ebraismo e società”

“Non mi stanco di ripetere che la Giornata Europea della Cultura Ebraica è il frutto della grande evoluzione dei rapporti tra ebraismo e società”, così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, ieri, alla conferenza stampa di presentazione della Giornata, tenutasi al Ministero per i Beni e le attività culturali. Un rapporto che migliora anno dopo anno, stando ai numeri della manifestazione, dalle poche centinaia di presenze dei primissimi anni alle oltre sessantamila dell’anno scorso, con una crescita esponenziale anche di località aderenti (per dare un’idea, la prima edizione della Giornata si festeggiò solo a Casale Monferrato, nel 2005 le adesioni arrivarono a quaranta, quest’anno sono sessantadue i luoghi dove si svolgono le manifestazioni.)
L’‘appeal’ della Giornata Europea della Cultura Ebraica sta proprio nel presentare un programma di eventi (dalle visite guidate alle mostre, dai concerti alle degustazioni, dal teatro alle conferenze ad altri innumerevoli modi di ‘fare cultura’) incentrato sull’ebraismo, cultura plurimillenaria di cui molto si parla, sebbene talvolta non proprio a proposito; e di farlo in maniera diffusa sul territorio, coinvolgendo (e facendosi coinvolgere) dagli enti locali, in un perfetto esempio di integrazione, di collaborazione, di scambio. In particolar modo nei luoghi dove non esiste più una vita ebraica attiva e organizzata, e dove l’interesse per l’ebraismo parte direttamente dalle amministrazioni o dai cittadini, che decidono di valorizzare le ‘tracce di ebraismo’ presenti sul loro territorio, piccole o grandi che siano.
‘Fil rouge’ delle manifestazioni di quest’anno, il tema “Arte ed ebraismo”: un binomio affascinate, visto anche il rapporto complesso tra cultura ebraica e rappresentazione figurativa.
La Giornata Europea è inoltre un modo per parlare di beni culturali ebraici. Un patrimonio grande e importante, che va preservato, curato, valorizzato perché parte integrante della storia e della cultura d’Italia. Lo ha ricordato ieri anche il sottosegretario Francesco Maria Giro, parlando dell’impegno del Governo in tale direzione. “Noi sappiamo che l’ebraismo ha lasciato vestigia e memorie sin dai tempi antichi. Abbiamo il dovere di conservare questo patrimonio e di valorizzarlo. Talvolta il Governo ha disatteso queste promesse, e la Giornata Europea della Cultura Ebraica è una sorta di ‘memento’ per non dimenticarci di quest’impegno”.
Un pensiero condiviso anche da Alain Elkann, che ha ricordato come “l’Italia è la capitale dell’arte e della bellezza, e la cultura ebraica italiana fa parte di questo straordinario patrimonio”.
Insomma, gli ebrei in Italia sono presenti da oltre due millenni, in un continuo processo di integrazione e (purtroppo non raramente) di esclusione dalla vita sociale e pubblica; ma quando è stato loro permesso di partecipare, hanno sempre dato un importante contributo civile, culturale, spirituale.
Livorno ne è l’esempio perfetto: città aperta, rifugio degli ebrei sefarditi cacciati dalla penisola iberica, esempio ideale di accoglienza e integrazione (tanto che oggi il suo assessorato alla Cultura è declinato al plurale: si chiama infatti assessorato alle Culture), la città portuale toscana ha dato i natali a importantissimi rabbini, cabalisti, studiosi, stampatori, artisti.
Forse anche perché, come ha ricordato il consigliere UCEI delegato alla Giornata, Yoram Ortona, “il mare è sempre stato il punto di partenza verso luoghi di salvezza, un simbolo di libertà.” Ma sicuramente, di questa integrazione positiva e plurisecolare, gli ebrei livornesi hanno colto nei secoli le grandi opportunità. “E se noi siamo stati sempre bene accolti – ha detto ieri Samuele Zarrough, presidente della Comunità Ebraica di Livorno – il 5 settembre saremo noi ad accogliere la cittadinanza alle nostre iniziative, che spazieranno dalla cultura all’arte, all’enogastronomia, a molto altro”. L’appuntamento, dunque, è per il 5 settembre, da Livorno al resto d’Italia alla scoperta della cultura ebraica. O, per chi volesse, negli altri ventotto Paesi d’Europa che aderiscono all’iniziativa.

Marco Di Porto