Tu beAv…
Tu beAv, il 15 di Av, la festa di oggi, rischia di diventare, nella cultura popolar-commerciale israeliana una festa dell’amore, una specie di S. Valentino; mancano i Baci Perugina, che al caldo si squaglierebbero. Strano modo per riprendere una tradizione remota in cui l’amore c’entra, ma fino a un certo punto. I Maestri, tra i motivi per festeggiare, ricordano questo come il giorno in cui fu permesso alle tribù d’israele di sposarsi tra di loro; forse fu l’addolcimento della regola che impediva alle ereditiere di sposarsi fuori tribù per impedire il trasferimento delle proprietà terriere (Bemdibar 36:6). La società ebraica ha oscillato in questo campo da un eccesso all’altro. Nell’800 gli ebrei italiani (livornesi), grandi commercianti e imprenditori a Tunisi, avrebbero considerato con orrore le loro nozze con gli ebrei locali; l’unione in matrimonio era anche in patrimonio. Oggi, da queste parti, è già tanto se ci si sposa e la caduta delle barriere van ben oltre i limiti tribali del 15 di Av.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma