Carote e acqua di rubinetto: in Israele i ministri cambiano stile

Quella dell’acqua, in Israele, è una questione sempre scottante. In un paese nato nel deserto dal sogno di far fiorire il deserto, non potrebbe essere altrimenti. Sfruttamento del fiume Giordano, impianti di desalinizzazione, riciclo delle acque reflue. Problemi che sono costantemente sull’agenda del Governo. Che però, dovrà smettere di discuterne dissetandosi con costosa acqua minerale. È infatti di questi giorni l’annuncio che alle riunioni del Consiglio dei ministri smetteranno di essere servite le classiche bottigliette da mezzo litro. E come si difenderanno i membri del gabinetto Netanyahu dal torrido clima israeliano? Semplice: bevendo la più economica, ma altrettanto sicura, acqua del rubinetto. “Oltre a essere uno spreco di denaro pubblico, l’abitudine di servire acqua minerale dimostra mancanza di fiducia nell’acqua di rubinetto del nostro paese, di cui, per inciso, a essere responsabile è il Governo stesso – ha sottolineato David Kochmeister, presidente del Forum of Water Corporations, in un messaggio inviato al segretario di gabinetto Zvi Hauser – L’acqua del rubinetto in Israele è pulita e salutare, pertanto non c’è nessuna controindicazione a berla. È il momento che il Governo cominci a dare il buon esempio”. La proposta del Forum è stata ritenuta ragionevole e prontamente accolta da Hauser, già famoso per aver deciso di servire alle riunioni di Governo yoghurt e verdura cruda al posto di brioche e snack al formaggio, nel tentativo di far perdere ai pingui ministri israeliani qualche chilo. E se qualcuno risulterà un po’ schizzinoso, potrà sempre consolarsi aggiungendo all’acqua del rubinetto menta o limone che – ha promesso il segretario – non mancheranno mai di essere a disposizione. Ma qual è l’atteggiamento dei cittadini israeliani di fronte alla scelta tra acqua minerale e del rubinetto? Secondo un recente sondaggio pubblicato dal Jerusalem Post, soltanto un terzo della popolazione israeliana beve regolarmente acqua del rubinetto. La percentuale risulta più alta tra gli ultraortodossi (64 per cento) e tra gli arabi israeliani (il 53 per cento). I più affezionati alle bottigliette sono gli immigrati dall’ex Unione Sovietica e i giovani under 30, con una percentuale di fan dell’acqua minerale che si aggira intorno al 90 per cento. Eppure l’acqua israeliana è particolarmente buona. Nel rapporto del Ministero della Salute del 2007 figura che su 86 mila campioni esaminati, sono state rilevate irregolarità solo nello 0.4 per cento dei casi, per la maggior parte dovuti a difetti nelle tubature. La gente tuttavia resta diffidente, con oltre il 50 per cento degli intervistati convinto che l’acqua del rubinetto sia in qualche modo nociva per la salute.
Oggi il governo cerca di cambiare le cose, cominciando dalle proprie abitudini. Come per gli spuntini dietetici, resta da vedere se gli israeliani saranno disposti a seguirlo.

Rossella Tercatin