Rimandati a settembre
E’ iniziato Elul e manca poco più di un mese all’esame di riparazione. Anche questa volta siamo stati rimandati a settembre (altri anni a ottobre, ma è lo stesso). Dobbiamo darci da fare, perché l’esito non è scontato. Dobbiamo ripassare attentamente le nostre azioni, i nostri comportamenti dell’anno trascorso: abbiamo parlato male di qualcuno? Siamo stati egoisti o prepotenti? Ci siamo sforzati di aiutare gli altri o ci siamo disinteressati? Dobbiamo studiare con attenzione perché saremo interrogati. Ma si sa che studiare non basta: occorre anche l’esercizio, la pratica. Dobbiamo andare in giro e chiedere scusa a tutte le persone che abbiamo offeso; e ancora non basta: dobbiamo riprometterci di non farlo più. Come tutti i rimandati a settembre, capita di rammaricarsi per non esserci comportati adeguatamente durante l’anno: ci sarebbe voluto così poco! E’ forse più per questo rimpianto che per la reale paura dell’esame (non perché siamo convinti di meritare la promozione, ma perché confidiamo nel buon cuore dell’esaminatore) che ci diamo da fare seriamente, e davvero ci illudiamo che in futuro riusciremo ad essere migliori. E poi arriverà finalmente il giorno dell’esame, il 10 di Tishrì, e ci presenteremo tutti eleganti ad affrontarlo. Faremo la prova pratica del digiuno e reciteremo più volte i nostri peccati dalla alef alla tav. Poi arriverà la sera e probabilmente scopriremo che ancora una volta, anche se un po’ immeritatamente, siamo stati promossi. La Commissione d’esame avrà tenuto conto dei nostri sforzi e delle nostre buone intenzioni (pur sapendo bene che non sempre le manterremo) e sarà stata indulgente. Sapremo che il verbale è stato firmato e sigillato; forse non ce lo meritiamo del tutto ma ce l’abbiamo fatta. E andremo a festeggiare la promozione.
Anna Segre