Bill Millin (1922-2010) – Il piper della libertà
6 giugno 1944, il “giorno più lungo”. Sulle spiagge della Normandia ha inizio lo sbarco delle truppe alleate per aprire in Europa il fronte occidentale. L’operazione che avrebbe segnato la fine delle dittature che devastavano l’Europa. Le esplosioni di granate, i fischi dei proiettili, le urla dei soldati: il rumore della guerra. In questo frastuono infernale irrompeva il suono aspro e antico di una cornamusa. Un piper di 21 anni imbracciava sicuro lo strumento, il kilt a scacchi immerso nella gelida acqua marina. Mentre i suoi commilitoni si lanciavano all’attacco dei tedeschi, Bill Millin, scomparso a 88 anni, suonava a pieni polmoni Hieland Laddie sulla spiaggia di Sword. Nonostante le bombe, i proiettili e i corpi dei compagni che cadevano, Millin dava voce alla sua cornamusa. I soldati inglesi che faticavano nell’avanzata, salutarono con gioia la musica tanto famigliare, quel suono lontano di casa. “Non dimenticherò mai la melodia della cornamusa di Bill – dirà molti anni dopo il veterano Tom Duncan – È difficile da descrivere l’effetto che faceva. Ci tirava su il morale e aumentava la nostra determinazione. Ne eravamo orgogliosi e ci ricordava la patria e i motivi per i quali stavamo combattendo, per le nostre vite e per quelle dei nostri cari”. Non tutti, durante quelle interminabili ore di combattimento, apprezzarono la cornamusa di Millin; qualcuno si avvicinò, intimandogli a denti stretti “stai giù maledetto pazzo”. Ma Lord Lovat in persona, comandante dei commandos britannici e discendente di una lunga dinastia di combattenti scozzesi, aveva voluto la cornamusa di Millin al suo fianco. Decisione che violava l’ordine del ministero della Guerra che vietò, dopo le terribili perdite della Prima guerra mondiale, ai suonatori di cornamuse di partecipare alle battaglie. “Quello è il ministro della Guerra inglese – disse Lord Lovat a Millin per liquidare la questione – tu e io siamo scozzesi, per noi non vale”.
Le melodie di The Road to the Isles, tradizionale canzone scozzese, accompagnarono l’attacco britannico alla cittadina di Ouistreham. La cornamusa di Bill si interruppe quando un cecchino aprì il fuoco sul suo battaglione. Tutti i soldati si appiattirono a terra. Tutti tranne Lord Lovat, appoggiato su un ginocchio con la pistola in mano. Di colpo da un albero scese un soldato tedesco, uno sparo e la cornamusa tornò a farsi sentire. “Quando ci avvicinammo a Bénouville – ricorderà in un’intervista Millin – un comandante mi chiese di suonare lungo la strada principale però correndo. Risposi che avrei sì suonato ma camminando, come sempre”. Così Millin intonò la famosa “Blue Bonnets Over the Border” (Berretti blu oltre la frontiera, canzone che Millin interpreterà anche nel famoso film sullo sbarco in Normandia, Il giorno più lungo). Su ordine di Lovat, il suonatore di cornamusa continuò a dare fiato al suo strumento anche sul celebre e strategico ponte Pegasus. “Dall’altra parte del ponte” rammentava Mill “i nostri commilitoni si sbracciavano perché eravamo sotto il facile mirino dei cecchini. Ma noi continuammo ad avanzare. Quel ponte sembrava infinito”. Migliaia di colpi ma Bill rimase indenne, la cornamusa ne uscì malconcia ma il suo suonatore non aveva quasi un graffio. Lui stesso non capì il motivo di tanta fortuna, essendo peraltro un bersaglio facile. Così Bill chiese ad alcuni prigionieri tedeschi perché nessuno gli avesse sparato e questi gli risposero che semplicemente non avevano trovato il coraggio di sparare addosso a un pazzo.
Nato a Glasgow nel 1922, Bill Millin, dopo lo sbarco in Normandia, partecipò alla campagna militare britannica in Olanda. Terminata la guerra, depose la cornamusa per lavorare in una delle tenute di Lord Lovat. La vita monotona però non gli si addiceva e così divenne membro di una compagnia teatrale, calcando le scene dei teatri di Londra, Stockton-on-Tees e Belfast. Negli anni Cinquanta e fino al suo ritiro nel 1988 lavorò in diversi ospedali scozzesi come infermiere.
Le ultime note della sua cornamusa, Millin le dedicò all’amico e capo Lord Lovat, suonando il lamento funebre al funerale dell’ex-comandante britannico nel 1995. Oggi la cornamusa di Bill è custodita nel Museo nazionale della Guerra di Edimburgo.
Il suo suono, che lacerò per primo il fronte delle dittature e annunciò la riscossa della libertà, non poté impedire lunghi mesi di indicibili sofferenze, sui campi di battaglia, nelle città e nei Lager dell’orrore. Ma lasciò intendere a tutti che la guerra a chi prevarica, perseguita e nega i diritti umani vale la pena d’essere combattuta.
Daniel Reichel