“DafDaf, una sfida difficile per noi giovani giornalisti”

E’ in distribuzione in questi giorni, insieme al numero di settembre di Pagine Ebraiche, il numero zero di DafDaf, il nuovo giornale ebraico per bambini. Prendere in mano nelle scorse la prima copia stampata per la redazione è stata un’emozione molto grande. Perché il giornale ebraico dei bambini è il frutto di un percorso complicato ed entusiasmante. Noi giornalisti ci siamo immersi in una nuova dimensione di lavoro, grazie all’aiuto di tante persone, primi fra tutti i membri del Comitato scientifico. Che cosa troveranno i giovani e giovanissimi lettori sfogliando DafDaf? Troveranno molti elementi, alcuni divertenti, altri educative, alcuni completamente nuovi e altri che forse i loro genitori riconosceranno come provenienti dai tempi della loro infanzia.

Ci saranno aspetti di approfondimento sulla cultura ebraica e su Israele, poi racconti, giochi, rubriche…
Nell’anno di lavoro che sta per concludersi è nata l’idea di creare un giornale rivolto ai bambini. Piano piano l’idea si è trasformata in un progetto e così è arrivato anche il momento in cui il vortice dei possibili contenuti doveva tradursi in qualcosa di molto concreto: in pagine. Pagine da sfogliare, come suggerisce il nome del giornale. A questo punto le difficoltà erano molte. La mancanza di esperienza nel campo. La necessità di adattarsi allo spazio a disposizione, che sembra immenso quando è vuoto, ma diventa drammaticamente insufficiente quando inizia a riempirsi. La volontà di dare ai bambini un giornale divertente, ma anche capace di insegnare qualcosa.
Per risolvere questi problemi abbiamo chiamato a raccolta molti esperti. Momento fondamentale di incontro con loro sono state le due settimane di Redazione aperta a Trieste. È proprio nel giardino della colonia carsica di Opicina, in mezzo a tanti futuri piccoli lettori di dafdaf, che molto del contenuto di questo numero è stato ideato.
Anche dal punto di vista grafico abbiamo avuto potuto contare su contributi d’eccezione.

La testata e la copertina sono state donate a DafDaf da due grandi disegnatori italiani Paolo Bacilieri ed Enea Riboldi, che ha seguito la realizzazione del giornale con consigli quotidiani. A Trieste poi sono venuti a trovarci, carichi di disegni e suggerimenti, Franco Valussi, da vent’anni protagonista in casa Disney e autore della famosa saga dei “Promessi topi”, e Walter Chendi che ha firmato pochi mesi fa la graphic novel “La porta di Sion”. I lettori di DafDaf avranno la possibilità di scoprire questi disegnatori numero dopo numero, nella pagina dedicata alla “Matita del disegnatore”, che li racconta cominciando proprio con Paolo Bacilieri.
DafDaf non poteva dimenticare un’altra esperienza analoga, entrata nella storia delle pubblicazioni ebraiche in Italia, il mitico “Giornale per noi”, uscito negli anni Settanta e Ottanta. Guardare verso il futuro, mantenendo un legame diretto con il passato. Proprio da “Per noi” provengono alcuni contenuti, come il racconto illustrato da Emanuele Luzzati e il personaggio del rav Basquiz.
Nel giornale ebraico per bambini entra una risorsa fondamentale per i bambini ebrei, le scuole ebraiche di quattro comunità italiane: Roma, Milano, Torino e Trieste. In DafDaf viene dato spazio ai loro lavori perché alunni e insegnanti possano condividere i loro progetti, ma anche scoprire e ispirarsi a quello che succede nelle altre realtà.
C’è un’ultima parte del giornale che forse per deformazione professionale, abbiamo ritenuto importante inserire: i temi d’attualità. Notizie che, sia pur non quotidiane, possano aiutare i bambini a comprendere e approfondire aspetti del mondo in cui vivono.
Nel corso dei lavori, il Comitato è rimasto in contatto costante, nonostante le vacanze estive, utilizzando lo strumento della teleconferenza, che ha consentito un continuo scambio di opinioni. Ad assicurare un contenuto di valore e originale sono intervenuti gli scritti dei tre rabbini, oltre alle pagine dedicate al mese di Tishri e alle sue ricorrenze. E ci siamo sforzati di trovare una formula per inserire qualche parola in lingua ebraica.

Una maratona di 15 differenti versioni grafiche, realizzate, poi scartate, poi riprogettate da zero ha prodotto il risultato di 16 facciate in mezzo tabloid, suddivise in tre sezioni: Quanti storie (letture, racconti, letteratura e svago), Sfoglio e imparo (educazione e mondod elle scuole), Notizie fresche (giornalismo e attualità per i lettori giovanissimi), e altrettanti livelli di lettura, indicati nella parte superiore di ogni pagina (Per chi comincia a leggere, Per chi si sente già sicuro, Per lettori esperti).
Fra le tante novità del nuovo giornale su cui ha insistito il direttore in accordo con il Comitato di esperti, un forte accento sull’educazione ebraica informale e sull’educazione alle Middot (qualità del carattere, piuttosto che accumulo formale delle nozioni). Una rubrica fissa (PingPong) dedicata nel solco della tradizione ebraica al confronto fra le differenze e all’arricchimento che ne consegue.
Uno spazio dedicato alla presentazione di un giovane lettore (Io sono) e al concorso a premi collegato all’iniziativa. Inaugura questa pagina nel numero zero Chiara, di 11 anni, che lamenta come a Torino manchi un ristorante kasher e dichiara che da grande vorrebbe essere cuoca, o attrice.
Ora che il numero zero sta arrivando nelle case, una nuova grande sfida attende nel 5771 la redazione: trasformare DafDaf in un appuntamento atteso, in un compagno di giochi, di lettura e di crescita. Sperando di ricevere tanti consigli proprio da chi più di chiunque può aiutarci: i lettori di DafDaf, che saremo sempre felici di ascoltare e incontrare. Un breve momento di felicità in redazione non può farci dimenticare che molto resta da fare e da migliorare perché il giornale cresca bene e assuma una sua fisonomia meglio definita e più rispondente alle esigenze del lettore. Perché i giornali, si ripete sempre a noi giovani giornalisti in redazione, non devono essere realizzati per riempire fogli bianchi, ma per parlare con i lettori. Si scrivono nella speranza di essere letti e sfogliati, con curiosità e allegria.

Rossella Tercatin