…studio
Il 9 di Elul 5683 (21 agosto 1923) il rav Meir Shapira di Lublino propose al mondo ebraico di dedicarsi giornalmente allo studio di una pagina (daf) di Ghemarà, tutti con la stessa pagina in modo tale che una persona, anche trovandosi fuori casa, avrebbe potuto proseguire il suo studio di Torà giornaliero. L’iniziativa ebbe un gran successo, e oggi in ogni bet midrash ordinato e in molti baté keneset troviamo gruppetti di persone pronte a dedicare un’ora della loro giornata allo studio del daf yomì, della pagina giornaliera di Ghemarà. In questi giorni abbiamo iniziato lo studio del trattato sull’idolatria (massekhet ‘avodà zharà) ed ecco una lezione importante di Rabbì Meir, l’allievo per eccellenza di Rabbì Akivà, che studiò per qualche tempo al Bet Midrash di Rabbì Ishmael e che proseguì a studiare da Elishà ben Avuià anche dopo che questi divenne molto controverso (acher). Fondamentale fu la sua opera di ricostruzione dello studio della Torah, dopo il terribile periodo adrianeo con le repressioni dell’imperialismo romano. In ‘avodà zharà 3a apprendiamo: “Rabbì Meìr soleva dire: ‘Da dove apprendiamo che perfino il goy che si occupa di Torah è considerato come il Sommo Sacerdote (kekohen gadol)’? Come è detto (Levitico 18:5): “Osserverete dunque le Mie leggi e i Miei statuti, seguendo i quali l’uomo (haadam) ha la vita; Io sono il Signore”. Non è detto cohanim, leviti o Ebrei, ma l’uomo (haadam); hai appreso che perfino il goy che si occupa di Torah è considerato come il Sommo Sacerdote”. Può essere che altri Chachamim abbiano avuto una visione differente, come Rabbì Shimón bar Yochai (Rashbi) e ogni opinione merita uno studio approfondito. Il Meiri di Perpignano, in loco, si appoggia sull’opinione di Rabbì Meir per insegnarci: “Perfino il non-ebreo che si occupa di Torah e ne comprende la profondità, e la osserva disinteressatamente (lishmà), riceve la ricompensa come un ebreo…” e si discute se ci riferiamo ai Sette precetti noachidi, oppure a tutta la Torah. E il Rashbaz aggiunge che se così per il non-ebreo, a maggior ragione per gher zedek che ha studiato Torah e il Maharan Alshaker, che cacciato dalla Spagna (1492) riuscì infine ad arrivare in Eretz Israel, parla dell’importanza per il goy di elevare la propria anima con lo studio della Torah per il Santo Nome.
Alfredo Mordechali Rabello, giurista, Università Ebraica di Gerusalemme