Bejahad 5770 – Evelina Meghnagi, il canto dell’anima

Il canto di una donna innamorata del suo lavoro e depositaria di un talento straordinario. Evelina Meghnagi, ebrea di origine tripolina, una delle voci più belle della musica italiana, scavando nella sua viscerale identità sefardita tocca le corde più profonde della sensibilità di quanti hanno il privilegio di poterla ascoltare, spalancando finestre su culture inesplorate. Sarà lei, accompagnata dal trio Ashira ensemble (Domenico Ascione, Arnaldo Vacca e Marco Camboni), a chiudere in bellezza la terza giornata di Bejahad, il festival in corso di svolgimento ad Abbazia (Croazia) che da anni rappresenta il meeting più importante per gli ebrei dei paesi dell’ex Jugoslavia. Hayam shar – il mare canta, questo il nome del progetto che verrà proposto al pubblico croato, e che nel recente passato è stato protagonista, con ottimi riscontri, di numerosi concerti in Italia e all’estero. “Hayam Shar – spiega Evelina – è un percorso alla scoperta del mondo sefardita e di altri popoli mediterranei, un mix di poesia e musica che mostra come persone apparentemente distanti talvolta affrontino le stesse tematiche e utilizzino i medesimi linguaggi. Col mio lavoro cerco di dare delle chiavi di comprensione a queste realtà”. Ride e confessa: “Sono una donna universalista, mi piace evidenziare i punti di contatto tra le genti”. Poi racconta della sua grande passione per la pesca: non quella tradizionale con amo e baco, ma la pesca di tracce e modalità di espressione – sia canore che scritte – delle culture minoritarie, che pur vivendo immerse in società in cui sono prevalenti modalità espressive differenti, mantengono viva la propria identità. In Hayam Shar, ad esempio, vengono lette antiche poesie arabe e andaluse. Mentre tra i progetti futuri di Evelina, è prevista la riscoperta di canti curdi, catalani e in dialetto grecanico. L’interesse per le sfumature etniche della musica nasce ai tempi dell’università, facoltà di Antropologia. “Era destino che me ne occupassi. Oltre alle aule universitarie frequentavo infatti la scuola di musica popolare di Giovanna Marini. Una scelta di avvicinamento al canto non canonica, che in un secondo momento ho integrato dedicandomi ad ambiti più classici”. Il 1980, anno del primo folk festival di musica ebraica, rappresenta il passaggio più significativo di una vita in vocalizzi. Con la prima schiarita di voce in Evelina si accende una scintilla che ancora brucia: la torcia olimpica della passione per le melodie sefardite. “In quel momento esatto ho trovato la mia anima”, ricorda. L’esibizione al folk festival è solo l’inizio del percorso, ad oggi trentennale, che conduce alla valorizzazione del vasto repertorio melodico degli ebrei del Mediterraneo. Percorso che è anche condivisione e trasmissione di brividi: “Quando canto il mio cuore vibra, è un qualcosa che il pubblico percepisce ”. Emozioni di una figlia della diaspora degli ebrei di Libia, frammento di storia personale che, anche se doloroso, “mi arricchisce di qualche corda in più”. È la curiosità il motore di Evelina e del suo pubblico, spesso digiuno di ebraismo e cose ebraiche, che assiste ai concerti con un crescendo di partecipazione. Prossima tappa in Sicilia, dove Meghnagi e Ashira ensemble si esibiranno – con il precedente del grande successo dell’anno scorso – in una minitournee. “La Sicilia è un posto incredibile. Pur essendoci nella gente una scarsa conoscenza della storia ebraica dell’isola, l’interesse e il coinvolgimento per il nostro lavoro è molto forte”. Evelina, che dice di avere sviluppato un’attrazione fatale per lo spettacolo da quando era giovanissima, è artista a 360 gradi, oltre che cultrice di mille interessi e amante delle cose fatte per bene (“adoro prendermi il mio tempo, bere con calma il caffè alla mattina…”). Insieme alla musica, l’altro canale di sfogo artistico privilegiato – con risultati altrettanto eccelsi – è la recitazione. Nel suo curriculum spiccano collaborazioni con alcuni grandi nomi del teatro e del cinema italiano, tra cui Ronconi, Scaparro, Albertazzi e Benvenuti. Tanti gli sviluppi di un talento eclettico: la situazione preferita da Evelina è “quando posso coniugare recitazione e canto”. E l’ispirazione per partorire nuove idee, invece, da dove viene? “Innanzitutto da una buona dormita, una premessa fondamentale per chi fa spettacolo. Poi dalla vita di tutti i giorni, anche da cose semplici come annaffiare le piante o incontrare gente. Difficile che venga studiando a tavolino”. E quando le viene chiesto che cosa canti sotto la doccia, ecco la sua risposta: “Di solito lavori che sto perfezionando, arie liriche oppure melodie. Ma anche semplici canzonette”.

Adam Smulevich