Qui Monte San Savino – L’omaggio ad Amos Oz

A oltre due secoli dalla scomparsa dell’ultimo ebreo di Monte San Savino in seguito ai moti antifrancesi e antigiacobini del 1799, nelle strade e nelle piazze del piccolo borgo della Valdichiana aretina per un giorno si torna a parlare ebraico. L’evento clou della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ormai un appuntamento fisso per i sansavinesi (che alcuni in zona chiamano “gli ebrei della Valdichiana”) sarà una mostra dedicata ad Amos Oz, penna e coscienza critica di Israele che non ha mai nascosto l’orgoglio di scrivere in quella lingua dal sapore antico che per lui ha “il suono melodioso di un pregiato strumento musicale” e di cui è ambasciatore nel mondo. “Dopo così tanto tempo era importante far sentire una voce ebraica a Monte San Savino – spiega Jack Arbib (nell’immagine), principale artefice della riscoperta di quella poco conosciuta identità sansavinese attraverso l’associazione culturale Salomon Fiorentino -. Abbiamo scelto di incentrare il nostro programma sulla figura di Oz perché, oltre ad essere uomo del dialogo e della tolleranza, è il rappresentante di punta dell’ebraico, lingua che ama in modo viscerale e che sfrutta in tutto il suo potenziale espressivo”. La mostra, che si compone di una quarantina di fotografie ispirate agli scritti dell’autore del celebre pamphlet Contro il fanatismo, è un percorso ciclico nelle emozioni: pensieri di uno scrittore che diventano parole di un libro, parole di un libro che si trasformano in immagini, immagini che tornano pensieri in chi le osserva. “Il nostro vuol essere un piccolo omaggio a un grande protagonista della letteratura contemporanea – continua Arbib -. Sarà un’esperienza interattiva e coinvolgente: estratti dei suoi libri verranno letti e discussi da poeti, scrittori e gente di ogni tipo. Abbiamo inoltre il piacere di ospitare una delegazione del comune di Arad, sua attuale città di residenza, che ci ha permesso di esportare la mostra a Monte San Savino e che ci aiuterà con la recitazione dei testi in ebraico. Ripeto, è fondamentale che da queste parti si torni a sentire una eco ebraica”. L’inizio della Giornata, come da tradizione, avverrà con la donazione di alcuni volumi alla biblioteca di Monte San Savino (“forse l’unica struttura comunale in Italia ad avere una sezione dedicata alla letteratura ebraica”, dice Arbib) e proseguirà con varie iniziative dislocate in più punti. Oltre agli appuntamenti dedicati ad Oz, in programma una gustosa conversazione tra Arbib e l’artista Mimmo Grasso che cercherà di individuare punti di contatto tra la lingua della Torah e il dialetto napoletano, un concerto di musica ebraica del flautista e cantore Eyal Lerner, un itinerario guidato dall’architetto Sergio Bianconcino alla scoperta dei luoghi di residenza e socialità degli ebrei sansavinesi, declamazione di poesie ebraiche e degustazioni dei migliori vini kasher. In distribuzione anche una maglietta speciale della Giornata, disegnata da Mimmo Paladino. Conclusione al Cimitero Ebraico in zona Campaccio, per una visita ma soprattutto per una preghiera. “Ci tengo molto a chiudere con un kaddish, anche perchè questo cimitero è per me un luogo della memoria. Quando l’ho visto per la prima volta era in condizioni pessime. Constatando l’incuria in cui versava mi è venuta in mente la mia storia familiare, il nostro cimitero ebraico in Libia distrutto da un regime folle, e ho pensato: figli senza padri e padri senza figli. Così ho deciso di prendermene cura come se al suo interno vi fossero sepolti parenti e amici”. L’impatto con le erbacce e la desolazione del Campaccio risale al 2001. Da allora di strada, nella valorizzazione del patrimonio ebraico di Monte San Savino, ne è stata fatta molta. Dal restauro della sinagoga, un tempo deposito di rifiuti del Comune e adesso nuovamente agibile, alla nascita dell’associazione culturale Salomon Fiorentino, soggetto basilare nel lavoro di ricerca e costruzione di ponti con la società, per arrivare a una serie di iniziative editoriali e museali che stanno riscuotendo molto successo. Come Le Ketubbot di Monte San Savino, mostra dedicata ai contratti matrimoniali ebraici a cura di Stefania Roncolato (autrice del libro omonimo edito da Giuntina), che è stata a Tel Aviv e sarà presentata al centro Pitigliani di Roma domenica prossima.

Adam Smulevich