Confronto a Gerusalemme
Duecento leader delle comunità ebraiche di tutto il mondo con le autorità dello stato di Israele durante il Governing Board del World Jewish Congress che si svolge a Gerusalemme. Fra gli interventi quello del presidente Shimon Peres, del ministro della Difesa Ehud Barak, del leader dell’opposizione Tzipi Livni e del governatore della Banca d’Israele Stanley Fisher.
Durante i lavori verranno affrontati i problemi che riguardano le crescenti minacce contro lo Stato di Israele, la minaccia iraniana, l’antisemitismo, il dialogo interreligioso, il terrorismo, la Shoah, gli ebrei dei Paesi arabi (risarcimenti e recupero beni).
Allo scrittore Elie Wiesel è stato conferito il premio “WJC Guardian of Jerusalem” come riconoscimento per l’impegno a favore del popolo ebraico durante tutta la sua vita. Premiati anche i membri israeliani della missione umanitaria che si è svolta ad Haiti.
La delegazione italiana è costituita dalla vicepresidente Ucei Claudia De Benedetti, come membro dell’esecutivo e del Congresso europeo ebraico e Alan Naccache delegato italiano e membro del World Jewish Congress Diplomatic Corp.
Cobi Benatoff, è presente in qualità di tesoriere del WJC.
Fra i vari interventi anche quello dell’ex premier spagnolo Josè Maria Aznar, che ha presentato il programma del Friend of Israel Initiative un’organizzazione, che difende il diritto dello Stato di Israele ad esistere, sorta a seguito di un incontro internazionale di alto livello che si è svolto a Parigi nella metà del 2010 e di cui fanno parte fra gli altri il premio nobel per la pace David Trimble, l’ex presidente peruviano Alejandro Toledo, l’ex presidente del Senato italiano Marcello Pera, l’ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite John Bolton, lo storico Andrew Roberts.
I lavori del Consiglio esecutivo del WJC sono stati aperti da Peres che ha analizzato alcuni tra i problemi che investono la società israeliana.
Sulla soluzione “due popoli e due stati” non ci sono state esitazioni: qualsiasi altra strada è troppo pericolosa. Il vero problema secondo Peres è che i palestinesi non sono ancora riusciti a trovare un giusto equilibrio tra religione e politica: “la prima è in grado di scendere a compromessi mentre la seconda ha delle regole assolute”, delegittimare lo stato di Israele equivale a legittimare il terrorismo anti-israeliano. Riguardo alle minacce dell’Iran il Presidente ha sottolineato la necessità di affrontare il problema con tutta la comunità internazionale perché “il problema del nucleare non può essere un problema solo israeliano”.
Gettando uno sguardo sull’economia israeliana Peres ha sottolineato quanto lo sviluppo tecnologico sia importante per la crescita dello stato di Israele. In calendario anche l’intervento dell’onorevole Fiamma Nirenstein vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati.