Qui Milano – L’arte in sinagoga
Bilancio positivo per la Giornata Europea della Cultura Ebraica a Milano con circa tremila persone coinvolte nelle varie iniziative. Già dalla mattina la gente è arrivata numerosa. Per molti si trattava della prima visita alla Sinagoga centrale, ma anche gli affezionati della prima domenica di settembre sono stati tanti. Prestando attenzione alle parole del pubblico mentre entrando esplorava le bancarelle e poi i pannelli informativi collocati all’interno del tempio, emergeva una particolare attesa per il discorso del rabbino capo Alfonso Arbib. Il “padrone di casa” ha accolto gli ospiti come di consueto con una piccola lezione di Torah legata al tema prescelto per questa edizione della rassegna, arte ed ebraismo. “Non sono un esperto di arte e dunque non parlerò direttamente di arte, ma parlerò di un’opera d’arte, il Tabernacolo che D-o ordinò a Mosè di far costruire per custodire le Tavole della Legge, e dell’uomo che ricevette questo importante compito, Bezalel – ha spiegato rav Arbib – Ricordando il dialogo che si sviluppò tra il capo artigiano e Mosè, un aspetto diventa centrale nel rapporto tra arte e ebraismo: l’importanza dell’educazione”.
Con un po’ di dichiarata emozione ha preso quindi la parola Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti “Per tanti giorni ho preparato questo intervento e mi sembrava di avere ben chiaro che cosa volevo dire e come dirlo, poi mi sono resa conto che avrei parlato non nel mio Teatro, ma in una sinagoga, in questa sinagoga, un particolare che fa tutta la differenza del mondo”. La regista è stata protagonista di un lungo intervento appassionato che ha messo in luce sfumature nascoste del legame tra arte e ebraismo, concentrandosi soprattutto sul teatro, una forma espressiva particolarmente vicina alla cultura ebraica perché basata su un dialogo continuo tra l’attore e il pubblico. “Se l’ebraismo ci insegna l’arte di vivere – ha concluso Andrée Ruth Shammah – dobbiamo ricordare che arte vuol dire fatica, vuol dire tempo e impegno, ma sono le cose che richiedono fatica, tempo e impegno, come l’ebraismo, e come l’arte, quelle per cui vale la pena di essere. Forse è grazie a questo che oggi siamo qui”. A sfatare poi una presunta contrapposizione tra l’arte e la Torah sono state le spiegazioni del rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Il problema non è mai l’espressione artistica di per sé, ma le idee che essa vuole esprimere. Il punto fondamentale deve essere riuscire ad assorbire, ad assimilare, ciò che c’è attorno a noi e utilizzarlo per esprimere la nostra cultura. Ed è necessario prestare molta attenzione al significato della parola ‘assimilare’: quando mangiamo un pollo, lo assimiliamo, nel senso che esso diviene parte di noi. Ma guai a diventare noi stessi polli che qualcun altro assimila!” Partendo dal concetto di bellezza e perfezione che veniva perpetrato nel mondo greco, rav Della Rocca si è soffermato sull’idea di perfezione ebraica, che è tale solo nel momento in cui si realizza l’incompletezza. “Il bambino diviene completo con la milah, che gli toglie qualcosa, il nuovo mese nasce con un piccolo spicchio di luna, e a ogni ebreo capita, quando arriva il tramonto del venerdì, di desiderare ancora un po’ di tempo a disposizione per terminare il proprio lavoro, per raggiungere la perfezione. Ma – ha avvertito il rav – si tratta solo di un’illusione perché la vera perfezione ebraica si realizza proprio con quell’incompletezza che rimane nel nostro operato quando interrompiamo tutto per l’arrivo dello Shabbat”. A curiosare tra le bancarelle e portare il saluto della città è arrivato anche il sindaco Letizia Moratti che ha preso davanti alla Sinagoga gremita un impegno importante, personale e politico: fare sì che i lavori per il Memoriale della Shoah, che rischiano di interrompersi per mancanza di fondi, proseguano “perchè il Binario 21 possa diventare il prima possibile un luogo di memoria e di confronto per tutta Milano e soprattutto per i suoi giovani”.
Grande soddisfazione è stata espressa da Roberto Jarach presidente della Comunità ebraica, ma anche vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah, per l’andamento della Giornata e per la promessa del Sindaco. “L’afflusso del pubblico è andato oltre ogni nostra aspettativa e tutte le iniziative in programma hanno riscosso un grande interesse. La partecipazione e l’impegno del sindaco Moratti poi non possono che far piacere, perché ci consentono di ridare slancio a un progetto ugualmente importante per gli appartenenti alla Comunità ebraica e per i cittadini milanesi”.
Rossella Tercatin