Qui Torino – Una Giornata con Giorgina

La protagonista della Giornata della Cultura Ebraica a Torino è stata Giorgina Arian Levi. In occasione del suo centesimo compleanno, Comunità ebraica e cittadinanza le si sono strette attorno in un caloroso abbraccio. In mezzo alla folla plaudente, a tratti commossa, nella piazzetta Primo Levi antistante il Tempio, si riconoscono tutti i leader storici della sinistra torinese, compagni di tante battaglie accorsi a renderle omaggio.
Il presidente Tullio Levi apre la lunga serie di interventi: “A nome di tutta la Comunità ebraica ringrazio Giorgina per la sua generosità e per il suo esemplare impegno civile”. Dopo aver ripercorso le tappe principali della sua vita centenaria, dalla cacciata dal Liceo Gioberti in cui nel 1938 insegnava lettere, alla permanenza in Bolivia, alla lunga militanza in campo ebraico e nelle file del Pci, fino al suo arrivo alla Casa di Riposo della Comunità e agli anni della vecchiaia, non meno intensi dei precedenti; Levi cede il microfono al sindaco Sergio Chiamparino, il quale le ha recentemente conferito il Sigillo civico. Segue Piero Fassino, che ricorda Giorgina come “un punto di riferimento per il partito comunista: uno dei suoi grandi meriti fu quello di ricucire, grazie al suo straordinario attivismo, il rapporto tra la sinistra e il mondo ebraico, che visse un fase di dolorosa lacerazione negli anni tra la guerra dei sei giorni e quella del Kippur”.
Giorgina Arian Levi, signora piemontese d’altri tempi, cerca di nascondere l’emozione ed esibisce un sorriso compiaciuto. Non le manca la prontezza della battuta di spirito: al giovane Matteo Franceschini, coordinatore di circoscrizione del Pd, che le conferisce la tessera onoraria del partito, risponde: “porta i miei ringraziamenti a tutti i tuoi compagni, anzi, diciamo agli amici…”.
A ricordare la poliedricità del suo impegno è Giulio Disegni, per tanti anni al suo fianco nel Gruppo di Studi Ebraici e nel giornale Hakeillah: “Si batté per le donne – spiega Disegni – per i poveri, per i lavoratori, per gli studenti, nel partito comunista, in campo ebraico, per gli immigrati: in questo risiede tutta la modernità della sua figura”.
L’intervento più affettuoso, e insieme il più infuocato, è quello dell’ex direttore dell’Unità senatore Furio Colombo: “Giorgina è testimone di un secolo di storia d’Italia: ha visto e vissuto sulla pelle l’incattivimento, l’imbarbarimento di questo paese e la tragedia cui ha condotto”. “Lei rappresenta l’Italia della Resistenza e della Costituzione, l’Italia del riscatto morale. Ebbene, continua a rappresentarla tuttora: la cattiveria di un tempo è ancora dietro l’angolo – tuona Colombo – abbiamo bisogno di persone come Giorgina, che sanno diffondere i valori dell’accoglienza e del rispetto della diversità, per sconfiggere chi invece predica distruzione e intolleranza”.
Non appena viene menzionato l’impegno di Giorgina a favore dell’integrazione dei migranti, con molti dei quali “ha instaurato legami d’amicizia veri e duraturi”, un rappresentante della categoria prende la palla al balzo: Costantinu Uluba, un operaio di provenienza moldava, prende la parola per ringraziare Giorgina e testimoniarle pubblicamente il suo affetto, la bacia e si commuove.
Nelle ore precedenti della Giornata la Comunità ebraica ha indossato i panni della galleria d’arte. Centinaia di visitatori si sono fermati a curiosare fra gli stand allestiti in piazzetta Primo Levi che esponevano, in una mostra a cielo aperto, le opere di sei artisti locali. La mostra Il meraviglioso mondo ebraico di Emanuele Luzzati è stata aperta dagli interventi di Ugo Volli e della critica Marina Falco Foa. “Vi è nell’arte di Luzzati – secondo Volli – un filone di ricerca esplicito sulla tradizione ebraica, con scene bibliche e sinagogali, momenti rituali e storie mitiche che testimoniano di un interesse costante, di una voglia di raccontare e di testimoniare il mondo ebraico”.
Più sfumato è il rapporto che lega all’ebraismo la pittura astratta e onirica dell’americano David Ruff, le cui opere sono state esposte nella sala Consiglio. “La sua esperienza ebraica, il suo vissuto – spiega l’architetto Deborah Gutowitz, ideatrice della mostra – emergono nei suoi quadri in modo velato, sono delle citazioni accennate e sottili. All’osservatore il compito di rintracciarle”.
Arte contemporanea ma anche tradizione: in molti, infatti, hanno approfittato per visitare le sinagoghe, la mostra permanente di tessuti, argenti e oggetti rituali allestita presso il Tempio piccolo e l’Archivio Terracini con le sue preziose le Ketubboth.
A chiudere la giornata, dopo una breve riflessione che Levi vuole dedicare a Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione, è la lettura, eseguita da quattro attrici, di alcuni testi di Giorgina Arian Levi. Infine è la festeggiata a prendere la parola, tra gli applausi della folla tutta in piedi: “Ringrazio tutti voi, spero che il mio lavoro sia servito a qualcosa, che lasci qualche eredità. Ai più giovani, in ultimo, voglio dire: non mollate!”.

Manuel Disegni – Daniel Reichel