Guardiamoci attorno…
“Voi siete oggi tutti quanti presenti davanti al Sign-re vostro D-o: i vostri capi tribù, i vostri anziani, i vostri ufficiali e tutti gli uomini di Israele, i vostri figli, le vostre donne e il gher che vive in mezzo al tuo accampamento, da quello che ti spacca la legna a quello che ti attinge l’acqua per accettare il patto del Sign-re tuo D-o…”.
(Devarim, 29:9-10). Ci sarà sempre chi è disposto a stare in prima fila ma il vero problema è cosa succede in fondo: che ne è del figlio e del nipote del capo tribù, degli anziani, del nostro figlio e del nostro nipote? Se sono qui con noi per accettare il patto del Sign-re possiamo essere più tranquilli e possiamo chiedere loro di aiutarci per far sì che veramente tutti gli uomini di Israel siano presenti, anche quelli che ieri erano con noi e che ci hanno lasciato senza che noi, ahimè, neppure ce ne siamo accorti: come abbiamo potuto, come possiamo dire che siamo tutti qui quando sappiamo che c’è chi manca e purtroppo non l’abbiamo ricordato neppure nella nostra preghiera, non abbiamo neanche pregato D-o per lui?
La legge del mondo, secondo Geremia 2:2, non è: “ecco il bene, ecco il male, non sbagliare perché sarai condannato”; ma: “non sbagliare; e se ti capita di farlo, ritorna; Io ti attendo e ti riconoscerò se il tuo ritorno avviene con il fervore del tempo del fidanzamento”, cioè a dire della fede di una alleanza eterna (da un pensiero di Y.L. Askénazi, Manitou).
Alfredo Mordechai Rabello, Università Ebraica di Gerusalemme