Qui Modena – Un anno per trasformare i sogni in realtà
Un anno fa, io e la mia famiglia siamo arrivati a Modena. Un ebreo modenese residente a Milano mi aveva detto che questa comunità stava cercando un rabbino, e incuriosito dal fatto che una Comunità di simili dimensioni avesse preso una tale decisione, mi recai in visita in un freddo giorno di gennaio. L’incontro con il Consiglio della Comunità mi sorprese. Non erano dei sognatori, anzi erano molto concreti e mi hanno spiegato che pur avendo la Comunità un numero piccolo di iscritti erano giunti alla conclusione, anche a livello di assemblea, che volevano continuare a vivere e a prosperare come Comunità ebraica. Mi hanno raccontato che avevano tefilà con il minian ogni sabato e festività e che non si sarebbero arresi davanti a nessuna difficoltà pur di continuare. Gli ho fatto notare che di solito alle Comunità importa più un museo su un passato glorioso, che non un investimento sul futuro. A loro tutto questo non interessava: volevano un rabbino e l’avrebbero avuto. Avendo una famiglia numerosa, con dei ragazzi in età scolare che frequentavano la scuola ebraica di Milano, avevamo molti dubbi sulla possibilità di avere una vita ebraica “normale” in una Comunità così piccola. Alla fine abbiamo deciso che una simile determinazione doveva trovare una risposta e ci siamo trasferiti a Modena. Dopo un anno posso dire con convinzione che ho fatto una scelta giusta. Questa Comunità mi ha dimostrato che una seria volontà, concreta e non sognatrice, porta a dei risultati. In Comunità abbiamo minian ogni sabato e festività, abbiamo avuto un bellissimo matrimonio e altre attività comunitarie. Im tirzu, ze lo ieie chalom, non è soltanto una leggenda, volendo si può trasformare questa frase in realtà. Un augurio di shanà tovà a tutti
Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena e Reggio Emilia