Qui Roma – Un anno per guardare al futuro

Rosh haShanà, è una solennità di natura universale che vuole ricordare a tutti gli uomini il valore simbolico della loro comune discendenza di un unico progenitore e quindi la loro sostanziale uguaglianza e parità nei diritti e nei doveri, senza distinzioni etniche, culturali, religiose o nazionali.
Su questi presupposti si basa la speranza che i rapporti tra i popoli e tra gli individui possano essere improntati a un vero spirito di fratellanza, che porti al superamento della diffusa e accanita conflittualità nella quale, in questi ultimi anni, alcuni arrivano a ravvisare uno scontro di civiltà.
L’invito che voglio rivolgere a tutti, per l’anno che sta per iniziare, è di rompere gli indugi, abbandonare l’illusione che qualcun altro possa risolvere i nostri problemi, guardare in faccia la realtà, non distogliere lo sguardo, non girarsi dall’altra parte per fingere di non vedere, lottare quindi contro ogni forma di sopraffazione politica, economica, culturale o religiosa.
Un simile invito, per non rimanere un’affermazione puramente teorica e vanamente retorica, non deve essere compiuto guardando con nostalgia al passato, ma deve esprimere fiducia nel futuro. Gli errori e le ingiustizie non si eliminano con un impossibile ritorno al passato e con la riproposizione di schemi superati, ma solo con un ulteriore progresso.

Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane