Rosh haShanà. Quando si gioca in casa

Sto andando a Tel Aviv per le ultime cose da sbrigare prima della Festa delle feste: quella che dà il via all’anno, che apre il nuovo grande portone della vita che scorre , che dà il primo accordo. L’inizio.
Salgo sul treno a Nahariya. Il tragitto è il solito di sempre ma nell’aria c’è quell’atmosfera che solo in Israele riesci ad assaporare: come se in ogni posto verso il quale ti volgi ci sia qualcuno della tua famiglia…qualcuno che conosci da sempre. Salgono donne affannate con sporte colme di carne appena acquistata, di fiori, di frutta: mele, melograni, pesche appena colte dall’albero del giardinetto di casa. Da Haifa si spostano a Gerusalemme, da Natania salgono a Nord verso Zfat, dalla Galilea al Negev e da Eilat a Tiberiade. La Festa si trascorre insieme, per benedirsi a vicenda, per augurare con affetto l’uno all’altro tutto il bene del mondo. Davanti a me, dietro, di fianco un vocio e uno scambio di conversazioni al telefono: “Sì, domani sera saremo a Beer Sheva dalla famiglia di Haim”, “Noam non esce purtroppo, è di guardia a Metulla, al confine con il Libano!”, “Abbiamo ricevuto uno splendido cesto: c’erano cioccolate, miele e il vino di Gamla!” “Grazie per la brachà, il biglietto di auguri…quando l’ho letto mi sono venute le lacrime agli occhi…anche a voi, a tutta la famiglia, tanta salute, tante soddisfazioni e pace!”. Una soldatessa si prepara a visitare le famiglie di alcuni soldati e con dolcezza rassicura le loro madri: “Non ti preoccupare, faremo in modo che tuo figlio arrivi a casa con tante buone cose per preparare una bella cena”.
Anche io ho la mia bella sporta: hallot, candele profumate di Zfat, torta al miele ma soprattutto benedizioni: per il mio ufficiale gentiluomo a Hevron, per tutti gli altri soldati e anche per Gilad, per la salute dei miei genitori e per tutto il popolo d’Israele e chi lo ama. Il primo giorno di Tishrì ci prepareremo ad accogliere il nuovo anno: la nuova sfida, il nuovo impegno a mantenere valori, tradizione, storia e passato. Per godere del presente e per continuare a costruire con saggezza e determinazione, il futuro.

Edna Angelica Calo Livne