Qui Venezia – A Sofia Coppola il Leone d’oro

Pronostici stravolti a Venezia. A portarsi a casa l’ambito Leone d’oro della sessantasettesima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è stato il film “Somewhere” di Sofia Coppola. Il Leone d’argento per la migliore regia è andato invece ad Alex de la Iglesia per il film “Balada triste de Trompeta”. Vincent Gallo ha vinto invece la Coppa Volpi come miglior attore maschile con ‘Essential Killing’, film che si è aggiudicato anche il premio speciale della giuria, mentre Ariana Labed è stata premiata come miglior attrice con “Attenberg”. “Somewhere” ha battuto al fotofinish gli avversari, ribaltando le previsioni dei bookmaker internazionali, che davano per favorito “Black Swan” del regista ebreo Darren Aronofsky, che si è dovuto accontentare di conquistare il Premio Marcello Mastroianni, destinato all’attrice emergente Mila Kunis. Una magra consolazione per il film, che era dato 3 a 1 fino a ieri.
“Black Swan” era stato fischiato dalla stampa italiana perché evidentemente troppo lineare e a suo modo banale rispetto al resto delle pellicole presentate alla mostra. Una forte critica era stata espressa anche dalla grande danzatrice ed ex etoile, Carla Fracci, che dopo la proiezione in anteprima di Black Swan aveva affermato che la pellicola di Aronofsky non rendeva un gran servizio al mondo della danza.
La pellicola di Aronofsky, ambientata a New York, racconta la storia di una compagnia di balletto intenta ad allestire lo spettacolo “Il lago dei cigni”. Il regista Thomas Leroy decide in ultima battuta di sostituire la prima ballerina Beth (Winona Ryder) con Nina (Natalie Portman), che dovrà ballare nel doppio ruolo del Cigno Bianco e del Cigno Nero. Nel frattempo da San Francisco arriva una nuova ballerina, Lily (Mila Kunis) con cui Nina entra subito in competizione. La psicologica rivalità tra le due ballerine, porterà Nina ad esplorare il suo lato oscuro senza la certezza che Lily sia una vera nemica o solo frutto della sua mente ossessionata. Questa la particolarità di Black Swan, un film dai toni forti che si ama o si odia, caratterizzato da una trama trasparente sin dall’inizio, che riesce comunque a rapire lo spettatore, seducendolo e colpendolo sotto la cinta con un’insolita grazia, cosa che sembra non essere piaciuta troppo al pubblico italiano della Mostra.

Michael Calimani