teshuvà…

Nei giorni di teshuvà, un insegnamento di Maimonide (da Hilkhot Teshuvà, cap. 4): esistono delle colpe per le quali il processo di teshuvà è molto difficile. Molto dipende da come noi valutiamo le nostre azioni. Paradossalmente non sono le trasgressioni più gravi a rendere difficile la teshuvà, ma quelle che una persona considera di lieve entità. Una grave trasgressione inevitabilmente lascia un segno nella coscienza, e prima o poi la persona che l’ha commessa dovrà farci i conti. Ma se una trasgressione, grave o leggera che sia, non viene percepita da chi la fa come un atto grave, non lascia nella coscienza quello stimolo che potrà portare al ripensamento. In margine all’insegnamento di Maimonide, potremmo osservare che oggi gran parte di ciò che la tradizione considera grave e importante è ritenuto, nella mentalità comune, come cosa di secondaria importanza, dal Sabato alla purità familiare ecc. Se non si riflette su questo radicale ribaltamento di prospettiva, ogni discorso sulla teshuvà è pura retorica.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma