Qui Assisi – Un ciclopellegrinaggio per Bartali

Settantaquattro chilometri lungo la parte finale del percorso che Gino Bartali affrontava sulla sua bicicletta per consegnare documenti e fotografie alla stamperia di Trento Brizi, dove si fabbricavano nuove identità per gli ebrei in fuga dal nazifascismo nascosti nei conventi e nelle abitazioni di coraggiose famiglie del Centro Italia. Nato con lo scopo di ricordare il mitico Ginettaccio e il suo ruolo di staffetta nella rete clandestina che mise in salvo circa 800 ebrei dalle grinfie dei persecutori, il ciclopellegrinaggio che domenica 19 settembre ha portato 200 ciclisti (tra cui alcuni ex professionisti) dal comune di Terontola ad Assisi è stato un momento di grande partecipazione, riflessione e spiritualità che ha fatto ancora una volta luce sullo straordinario eroismo del grande corridore di Ponte a Ema, che in vita rifiutò ogni tipo di riconoscimento pubblico per le sue pedalate extra agonistiche. Presenta alla corsa Andrea Bartali, figlio di Gino, che da tempo sta portando avanti la battaglia per trovare testimonianze di sopravvissuti e far piantare un albero nel Giardino dei Giusti dello Yad Vashem in ricordo di suo padre. “È stato toccante – racconta Andrea – vedere per il secondo anno consecutivo la partenza dalla stazione di Terontola dove è posta la lapide in onore di papà a ricordo delle sue imprese durante la guerra. Molto bello vedere questo gruppo numeroso e allegro, ciclisti di tutte le età, uomini e donne, radunarsi per un campione sui pedali e nella vita”. L’iniziativa, organizzata dal Gruppo Sportivo Faiv Valdichiana in collaborazione con la Fondazione Gino Bartali, è stata promossa dal Coni e dalla Federazione Italiana Ciclismo, con il patrocinio delle Regioni Umbria e Toscana, le Province di Perugia e Arezzo, i comuni di Cortona e Assisi.
(foto di Laura Guerra)
Adam Smulevich