…Memoria
Il “Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti” che sorge nel blocco 21 di Auschwitz I, è divenuto da tempo un luogo di contesa e di divisione politica. Si potrebbe osservare come i luoghi di memoria legati allo sterminio, non siano dei posti “quieti”, anzi concentrino su se stessi molte conflittualità, non solo tra esperienze diverse di deportazione, ma soprattutto tra memorie nazionali e memorie ebraiche. Ma perché in Italia quel conflitto è più forte che altrove? La risposta più fondata mi sembra questa: quelle due memorie non hanno compiuto un processo di elaborazione che le riguarda rispettivamente e reciprocamente. Soprattutto non si è definita una riflessione sull’Italia fascista. L’Italia fascista continua ad essere un argomento storiografico trattato dal punto di vista dell’antifascismo. Non esiste significativamente in Italia un museo dell’Italia fascista, capace di descrivere e di affrontare la storia della società italiana, di cui erano parte anche gli ebrei durante il fascismo attraverso la lente delle diverse fasi della loro presenza nella società italiana: integrazione e consenso al regime, come la maggioranza degli italiani, il sofferto distacco (per alcuni inaccettabile) dal fascismo dopo il varo della legislazione razziale, fino ai percorsi del ritorno. In breve uno o più luoghi rivolti non solo al mondo della scuola, ma anche rispondenti alla necessità di produrre un’educazione civica per gli adulti.
David Bidussa, storico sociale delle idee