Matrimonio ebraico “alla corte dei duchi d’Este”
La sinagoga di Modena ha aperto i propri battenti per ospitare il matrimonio di due giovani francesi. Lei con radici modenesi, nipotina di Giorgio ed Irma Uzzielli, era sempre stata affascinata da quella sinagoga, così amata dai nonni e si era ripromessa che un giorno si sarebbe sposata sotto la cupola stellata di quel bell’edificio neoclassico, inaugurato nel 1873. Un altro vincolo lega Modena e Parigi: nel prestigioso museo ebraico della città francese infatti fa bella mostra di sé un “aron” del 1472 proveniente proprio da una sinagoga modenese dei tempi dei duchi d’Este.
Grazie dunque alla realizzazione del sogno di Deborah, Modena si è animata per quasi una settimana di una inaspettata vita ebraica, inaugurata dal toccante rito nuziale, seguito da un suntuoso banchetto allestito nella cinquecentesca villa Cavazza, nei pressi della città estense. Da anni non si assisteva a un “minian” così nutrito e non si vedevano “kippot” per la città. La sinagoga é stata teatro di canti e “tefillot” in un affollato shabbat dove si sono ritrovati parenti ed amici giunti appositamente dalla Francia, da Israele e da ogni parte d’italia. L’artefice di questo miracolo è stata Letizia Fargion Piattelli, la nota party-planner, che organizza prestigiosi eventi in Italia ed in Israele.
Sposarsi in un’antica sinagoga italiana, magari in una città d’arte, potrebbe diventare una moda. I moventi potrebbero essere il ritrovare i luoghi di memoria famigliare di uno degli sposi o semplicemente la voglia di una certa ricercatezza artistica internazionale. Le sinagoghe italiane, essendo tra le più belle al mondo, si prestano benissimo a questo nuovo trand.