Il peccato e la vergogna
Non di solo Ciarrapico ci tocca soffrire in questo malinconico autunno italiano. Vorrei richiamare l’attenzione dei lettori di questo Portale su due questioni apparentemente marginali, su cui vedo prevalere una pericolosa indifferenza.
Il primo-caso è in tutta evidenza futile, ma la mano di un esperto dei rapporti fra media ed ebraismo avrebbe pur dovuto dire qualcosa intorno alle falsità storiografiche, vere e proprie mostruosità presenti in una fiction di Canale 5 di enorme successo, Il peccato e la vergogna. Ascolti da record, merito, si dirà, della capacità seduttiva di Arcuri e Garko e dei loro amplessi hot ma non ci era mai capitato di vedere così calpestata e vilipesa la memoria degli ebrei in Italia fra 1938 e 1945, inclusa la storia di Kappler e del 16 ottobre. Benigni, ahimé, ha fatto pessima scuola. Mi sarei aspettato una qualche reazione.
La fiction andava in onda mentre ricominciava la scuola e nessuno vedo che si accorge del secondo pasticcio riguardante le assenze degli alunni. A partire dal corrente anno scolastico, superata una certa soglia di assenze, non si potrà essere ammessi alla classe successiva. Bocciati senza possibilità di appello. Non ho statistiche in mano, ho fatto soltanto una rapida indagine fra docenti di scuole superiori e amici con figli studenti. Mi dicono tutti che in molti collegi docenti, anche di scuole dichiaratamente progressiste, sta passando, per un sussulto di anacronistico anticlericalismo, l’idea che le assenze dovute a festività religiose diverse da quelle della religione di maggioranza non saranno giustificate e andranno dunque a incrementare il fondo nero delle assenze proibite o sospette. Tagliare la scuola per paura di un’interrogazione o andare al tempio per Kippur sarà la stessa cosa. Le circolari che ho visto sono evasive, non toccano il problema nel suo fondamento. Non essendo un esperto chiedo di essere rassicurato da qualcuno, in nome della libertà religiosa che non è argomento da barzelletta.
Alberto Cavaglion