Primo (e gli altri) negli anni più duri

Una mostra accuratissima e di grande valore, fatta di foto, testimonianze audiovisive, lettere e pannelli, che parlano della vita e delle sorti di un gruppo di ragazzi torinesi, la maggior parte ebrei, che videro la loro esistenza travolta dall’avvento del fascismo, delle leggi antiebraiche, della guerra, dell’occupazione tedesca, delle deportazioni. “A noi fu dato in sorte questo tempo. 1938-1947”, inaugurata ieri – presenti il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e l’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick – e in esposizione fino al 27 novembre presso la Sala delle Bandiere del Quirinale, è un percorso della memoria incentrato sulle storie dei singoli: Emanuele Artom, Ada Della Torre, Eugenio Gentili Tedeschi, Bianca Guidetti Serra, Primo Levi, Vanda Maestro, Franco Momigliano, Luciana Nissim, Silvio Ortona, Franco Sacerdoti, Alberto Salmoni, Giorgio Segre, Lino Jona. Ragazzi vivaci, interessati di cultura e politica e appassionati di gite in montagna (“La montagna ci permetteva – scriverà Primo Levi – di trovare gratificazioni che compensassero le molte che ci erano vietate e di sentirci uguali ai nostri coetanei di sangue meno biasimevole”), che vivono quei tempi duri con straordinaria passione, intellettuale ma non solo. Il percorso espositivo aiuta anche a conoscere il retroterra sociale e culturale di Levi, per comprendere ancor meglio la sua opera, che si nutrirà molto delle influenze dell’ambiente ebraico fortemente laico in cui crebbe.
Come ha detto la curatrice Alessandra Chiappano, la mostra (che è promossa e sostenuta dall’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, ed è patrocinata, tra gli altri autorevoli enti e istituzioni, dalla Presidenza della Repubblica e dall’UCEI) è un “lascito, quasi un monito di quei giovani ai giovani di oggi.”
“E’ un percorso complesso, il cui senso è introdurre i ragazzi di oggi a quel periodo, favorendo un percorso di identificazione”, ha detto il vicepresidente dell’Insmli Claudio Della Valle. “Soprattutto in tempi come questi, in cui vediamo riemergere clima, situazioni e gesti che credevamo relegati a minoranze ristrette”.
Nel percorso, progettato e allestito da N!03 studio ennezerotre, è possibile ascoltare le interviste ad alcuni di quei “ragazzi” – oggi avanti con gli anni – che raccontano com’era il tempo che a loro capitò in sorte, intervallate da spezzoni di filmati d’epoca e dalla lettura di brani di lettere, libri e altri frammenti-testimonianza. Molti di essi condivisero l’esperienza della Resistenza, unendosi alle formazioni partigiane che si formarono dopo l’8 settembre; alcuni vennero catturati e trasportati nei campi di sterminio. In quattro – Emanuele Artom, Vanda Maestro, Franco Sacerdoti, Lino Jona – alla guerra e alle deportazioni non sopravvissero. Ma di tutti loro rimangono le tracce vivissime delle passioni, degli affetti, dei sogni e dei legami che vissero in quegli anni.

Marco Di Porto