Qui Roma – Il Festival di Letteratura tra poesia e romanzo
Continuano i grandi appuntamenti al Festival Internazionale di Letteratura Ebraica in corso di svolgimento a Roma. Nella giornata di ieri si sono avvicendati sul palco due protagonisti della letteratura contemporanea, il poeta Ronny Someck (nell’immagine a sinistra) e lo scrittore Meir Shalev (a destra). Nato a Baghdad e trasferitosi giovanissimo in Israele, Someck è considerato uno dei maggiori poeti israeliani della nuova generazione. Autore di numerose raccolte di poesie e di un libro per bambini, negli anni ha ricevuto vari e prestigiosi riconoscimenti internazionali. Intervistato dal poeta Edoardo Albinati, Someck ha alternato brevi e incisivi spaccati di vita personale alla lettura di alcune poesie soffermandosi in particolare sul riuscito melting pot della società israeliana. Nel corso della serata romana Someck ha più volte ripetuto l’incipit di uno dei suoi componimenti più celebri (“Siamo tutti muratori licenziati tirati giù dai ponteggi della torre che volevamo erigere a Babele”) per descrivere attraverso una splendida metafora il modello di integrazione all’israeliana. Tra l’altro la multiculturalità di cui è permeata Israele è una caratteristica propria anche della famiglia di Someck, con curiose propaggini di tipo gastronomico: “Mia mamma – racconta divertito il poeta – è nata in Iraq e cucina iracheno, mia moglie è romena e cucina sia romeno che francese, mia sorella si è sposata con un russo e cucina russo, mia figlia ama la pizza…”. Significativi poi i passaggi in cui Someck ha descritto il suo ruolo di poeta in Eretz Israel (“È come essere un pianista di un film western che suona all’interno di un saloon”) affermando di non vedere al momento la scrittura nel suo futuro (“Alcuni miei amici hanno iniziato dalla poesia e proseguito con la scrittura ma è soprattutto con la poesia che il messaggio dell’autore arrivi diretto come un pugno e questo mi piace molto”). Un veloce break e sul palco è salito lo scrittore Meir Shalev per presentare il suo ultimo romanzo, È andata così, in compagnia di Simonetta Della Seta, giornalista e addetta culturale dell’ambasciata italiana in Israele. Shalev è uno dei grandi nomi della letteratura israeliana e ha un passato di giornalista e anchorman televisivo. È andata così, edito da Feltrinelli e tradotto in italiano da Elena Loewenthal, racconta le vicende della nonna di Shalev e del suo aspirapolvere di importazione americana. Di pagina in pagina emerge un divertente quadro familiare con mattatrice assoluta la nonna maniaca della pulizia e sullo sfondo del quale si dipana la mitica epopea dei primi pionieri sionisti. Frequenti infatti, sottolinea Della Seta, le descrizioni di situazioni ruspanti tipiche dei moshav, scene in cui sono protagonisti bambini che fanno il bagno nella tinozza, cavalli che trainano carri, sabbia e terra di Israele. È vibrante il microcosmo di Nahalal, agglomerato in cui lo stesso Shalev ha trascorso gran parte della sua vita. Tracce di questa esperienza di fatica, entusiasmo e umanità si trovano in molti suoi lavori, oltre a una costante ispirazione ai testi sacri dell’ebraismo e una grande capacità di giocare con il suono e il ritmo delle parole. Lo scrittore motiva così il suo talento: “La lingua ebraica – dice – è una lingua in continua trasformazione in cui processi di cambiamento si compiono in tempi molto rapidi ed è quindi l’ideale per chi vuole lavorare sulle sfumature”. Poi chiude con una previsione: “Credo che il cambiamento linguistico in atto sia così rapido che nel giro di un secolo nessun israeliano sarà in grado di comprendere i testi sacri senza studiare l’ebraico antico”.
Grandi appuntamenti anche nel corso della giornata odierna. In mattinata rav Benedetto Carucci Viterbi e lo studioso Sergio Campailla hanno colloquiato sulla figura di Carlo Michaelstedter, inquieto filosofo goriziano di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Alle 18.30 invece Daniel Vogelmann dialogherà sull’umorismo ebraico insieme a Carlo Vanzina e Bruno Gambarotta, mentre alle 20.30 la giornalista Alessandra Farkas incontrerà Erica Jong, scrittrice statunitense che ha conosciuto i primi successi con Paura di Volare, libro che a suo tempo destò non poco scalpore per la leggerezza con cui erano trattati temi allora tabu come le dinamiche del desiderio sessuale femminile.
Adam Smulevich