Qui Roma – Mezzo secolo per un Museo speciale

Ha appena compiuto i 50 anni il museo ebraico di Roma e, se fosse una persona, si direbbe che non li dimostra. Per l’occasione ieri sera è stata organizzata una festa in suo onore per ringraziare chi negli anni ha contribuito con donazioni e finanziamenti, presentendo in una mostra temporanea le donazioni ricevute nel corso degli anni, tesori nascosti che tuttora rimangono nel magazzino in attesa di un restauro. L’iniziativa, accompagnata dalla presentazione del volume “I tesori nascosti del museo ebraico” era stata fortemente voluta dal direttore Daniela Di Castro z’l, autrice del volume, il cui ricordo è riecheggiato nelle parole di tutti gli intervenuti.
Roberto Steindler assessore ai beni culturali della Comunità Ebraica di Roma ha ringraziato le autorità presenti, l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Mordechai Lewy, la presidente della Regione Renata Polverini, l’assessore alla cultura del Comune di Roma Umberto Croppi e il presidente del consiglio provinciale Giuseppina Maturani, ricordando che ora “ il museo ebraico non è soltanto un gioiello della Comunità ma di tutta la città”. Una nota polemica è invece risuonata nelle parole dell’Ambasciatore Lewy che si è rivolto alle autorità presenti invitandole ad investire sull’antica sinagoga ebraica di Ostia che tuttura versa in uno stato di degrado e si presenta difficilmente raggiungibile dall’area degli scavi a causa della mancanza di segnaletica. Anche l’ambasciatore ha ricordato Daniela di Castro il cui lavoro ha donato alla Comunità un museo di così alto profilo, di cui possiamo esser orgogliosi.
Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento di Cultura, ha ripercorso la storia del Museo, nato il 5 giugno del 1960 in una saletta dietro l’Aron del Tempio Maggiore ampliato nel 1995 e completamente rimodernato, nei nuovi locali nel 2005 e l’ha contestualizzata nella storia degli ebrei romani ricordando come nel Museo siano esposti in gran parte gli arredi delle Cinque Scole il cui edificio, nell’ambito della riqualificazione urbana del ghetto, è stato demolito agli inizi del Novecento.
Subito dopo Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica ha affermato che il museo “non racconta soltanto la storia degli ebrei romani ma rappresenta anche ciò che essi vogliono continuare a dare a questo paese” in quanto parte attiva e propositiva dello stesso
Al termine la curatrice dell’esposizione Olga Melasecchi ha illustrato la mostra temporanea soffermandosi su alcuni oggetti: una berachà della famiglia Coen inserita in una cornice d’argento ed effigiata, che attende il restauro, una meghillà di Ester appartenuta a Schemuel Panzieri ed infine un registro delle circoncisioni effettuate dal moel Michael Haym di Segni nel 700 donato dalla famiglia di Castro nel ricordo di Daniela.
La serata è continuata poi nel cortile del Palazzo della Cultura dove i festeggiamenti sono continuati a cena.

Daniele Ascarelli