Voci a confronto

“Troncare e sopire, sopire e troncare” e procedere sulla strada segnata. Manzoni conosceva bene il clero e sapeva quale fosse la sua reazione di fronte alle crisi. E infatti alla reazione indignata della comunità ebraica e di Israele allo svolgimento unilaterale e insultante del sinodo vaticano sul Medio Oriente risponde una decina di pezzi ispirati dal Vaticano, che dicono che non è successo niente, che si meravigliano della reazione israeliana, senza smentire né cambiare una virgola dell’attacco a Israele, al diritto degli ebrei di interpretare la Torah, alla definizione stessa del popolo ebraico. Così naturalmente Geninazzi su Avvenire che rovescia la frittata (“Letture distorte di un messaggio limpido”) e Vian sull’Osservatore romano di cui è direttore, che è riuscito a scrivere un articolo in cui l’appello alla resistenza proclamato nel sinodo è diventata “L’urgenza della pace”, in cui Israele non è nominata una sola volta e in cui compare l’incredibile rivendicazione di aver “richiamato l’attenzione su una regione vastissima”, come se del Medio Oriente non fossero da decenni pieni i giornali. Ma nello stesso senso leggiamo Acattoli su Liberal (“polemiche inevitabili ma la sostanza è altra”), Il Sole, L’Unità e Il Messaggero con titoli a fotocopia sul fatto che per la Santa sede “il sinodo è stato positivo”. Ma anche Il Giornale, con un intervista al vescovo di Alessandria d’Egitto responsabile di alcune delle espressioni antisraeliane, si allinea e Conti sul Corriere parla di “importante mediazione vaticana”. Il colmo è un pezzo di Anna Momigliano sul Riformista (sempre più giornale di partito) che intervista un giovane ricercatore di Gerusalemme per riportare che nessuno in Israele si sarebbe accorto dell’attacco del sinodo; sarebbe bastata un’occhiata al sito del Jerusalem Post per vedere il contrario. Del resto vi è un articolo della Stampa, che riprende le reazioni israeliane e parla di “decine di mail” di protesta ricevute da un esponente cattolico. Del resto, si tratta di linea politica, evidentemente: il pezzo della Momigliano è raddoppiato da una cronaca di Peloso intitolata “La chiesa e il sinodo non sono antisionisti”: e come no.
Le voci che mettono in evidenza le ragioni della protesta ebraica sono poche. Va letto su Europa “Il silenzio del sinodo” di Massimo Faggioli (“Dalle proposte manca la parola “Israele”, citata solo come un’espressione geografica, meta di pellegrinaggio cristiano, come manca anche la parola “antisionismo”. Le incaute parole usate nella conferenza stampa conclusiva dall’arcivescovo greco-melchita, monsignor Cyrille Salim Bustros, presidente della commissione che ha redatto il messaggio finale, hanno dato prova del carattere intenzionale di questa omissione.” Va letto il dossier del “Foglio“, in particolare il chiarissimo pezzo di Giorgio Israel, la gustosa Andreas version che suggerisce D’Alema come vescovo di Gerusalemme, la lettera di Nemni Canarutto Gheula, con l’equilibrata risposta di Ferrara, e l’altra di Giuliana Cazzola, un pezzo non firmato sul “silenziatore romano”, che mostra come l'”Osservatore romano” abbia censurato le posizioni anti-islamiche e non quelle antiebraiche, un altro sull'”anti-Ratisbona mediorientale” che traccia un bilancio molto sconsolato delle scelte strategiche dell’attuale pontificato.

Un altro tema che sottolinea la crisi fra mondo ebraico e vertici cattolici, presente su tutti i giornali, è la presentazione della fiction televisiva su Pio XII, prodotta sotto l’egida vaticana dalla cattolicissima produzione Bernabei. Si tratta di una difesa senza se e senza ma di Papa Pacelli, che lo presenta come fornito di tutte le virtù, compresa una carità verso gli ebrei che non tiene affatto conto delle obiezioni da parte ebraica e delle polemiche sorte nei vari passaggi del processo di beatificazione. Il Corriere titola. “Lo abbiamo assolto? Non è un manifesto”, ma Il Giornale è molto più deciso (“una fiction fedele alla storia”), per Libero il filmato “salva Pio XII”, per Tv sorrisi e canzoni addirittura il titolo è “Pio XII, il papa che salvò gli ebrei” (e noi ingrati che non lo ringraziamo…). E via sviolinando. Giustamente Il Tempo sintetizza “l’omaggio tv a Pio XII”.

In questo clima c’è poco spazio per altre notizie. L’università di Teramo ha chiesto una “lezione riparatrice” a Valentina Pisanty (La Discussione). Interessante l’analisi di Lucia Stella su Europa sui rapporti fra Israele e Turchia e l’inchiesta del Figaro sui depositi di armi di Hezbullah e i rapporti con Siria e Iran.

Ugo Volli
26 ottobre 2010