Qui Roma – Noa: “L’italia è la mia seconda casa”
Auditorium blindato per la cantante israeliana Noa protagonista del concerto di beneficenza organizzato dall’Adei-Wizo, Associazione Donne Ebree d’Italia, cui erano presenti fra gli altri, il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, l’onorevole Fiamma Nirenstein, la professoressa Amira Meir, moglie dell’ambasciatore d’Israele Gideon Meir e Umberto Croppi assessore alle politiche culturali e alla comunicazione del Comune di Roma, che ha rivolto al pubblico presente in sala il saluto del Sindaco di Roma Gianni Alemanno. La serata, si è tenuta nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, dove le presidentesse dell’Adei Wizo di Roma Silvana Limentani e Viviana Levi hanno dato il benvenuto a Esther Mor capo dipartimento raccolta fondi della Wizo Mondiale e ospite d’onore della serata destinata alla raccolta fondi per il progetto ‘Warm Home’ – il calore di casa- rivolto a bambine e ragazze che non hanno una famiglia, vivono ai margini della società con grosse difficoltà, con il rischio di trovarsi a vivere in ambienti pericolosi.
La cantautrice israeliana con radici yemenite i cui genitori furono costretti a fuggire dal paese di origine a causa dell’ostilità seguente alla proclamazione dello Stato di Israele poi trasferitasi a New York, decide di tornare in Israele dove presta il servizio militare e in seguito sposa il pediatra Asher Barak da cui ha avuto tre bambini.
Noa si è esibita con un repertorio molto vario, accompagnata da chitarrista Gil Dor che la segue durante tutte le sue turnèe e dalla pianista Rita Marcotulli, eseguendo canti in ebraico, inglese, yemenita, italiano ed anche in dialetto napoletano.
L’abbiamo incontrata qualche minuto prima della sua esibizione ed abbiamo potuto scambiare con lei alcune parole.
Noa ti senti felice di cantare in Italia?
Moltissimo. Amo molto questo paese che, dopo Israele, considero la mia seconda casa.
Perché hai deciso di legare il tuo nome al progetto ‘Warm Home’?
Ci sono due valori che considero molto importanti nella vita di ciascuno di noi ed essi sono la generosità e l’umanità, il dare aiuto a persone che si trovino in difficoltà. Ritengo che questo sia un progetto che merita molta adesione. Il progetto Warm Home individua adolescenti e ragazze in difficoltà e cerca di aiutarle ad abbandonare cattive amicizie e ambienti pericolosi, offendo ospitalità e attenzione ai bisogni e alla disperazione che queste ragazze provano, permettendo loro di ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno. Ritengo che sia una cosa bellissima che l’Adei abbia deciso di dare il proprio appoggio a questo progetto e, anche io la mia.
Sei un’artista da sempre impegnata nell’utilizzo della musica come strumento di riavvicinamento fra popoli in conflitto, con particolare riguardo alla questione mediorientale, arriverà la pace per Israele?
Lo spero, lo spero tanto. Ora ci sono nuove trattative di pace ed io penso che non possiamo perdere questa possibilità, non dobbiamo perderla. Si parla spesso della questione palestinese , ma anche gli israeliani stanno soffrendo e ora più che in ogni altro momento hanno bisogno della pace.
Hai cantato a fianco di Sting, Carlos Santana o del gruppo italo-palestinese Radio Dervish o ancora, davanti all’aulica platea del Vaticano, quale di queste esperienze ti è rimasta di più sulla pelle e quale delle tue canzoni ami di più?
Amo tutte le mie canzoni nello stesso modo, non potrei mai cantare un brano se non lo amassi e considero ogni esperienza importante, sono stata molto felice di aver dato voce al brano Life is beautiful that way , che ho scritto io stessa e che fa parte della colonna sonora del film La vita è bella. Stimo molto Roberto Benigni ed anche Nicola Piovani.
Lucilla Efrati