ECJC: nuovo corso, dimissioni a catena
Dimissioni per i consiglieri italiani dell’European Council of Jewish Communities. Una decisione assunta per protestare contro l’inattesa svolta dell’organizzazione. Da trent’anni l’ECJC, ong ombrello che raccoglie le comunità e le associazioni ebraiche di tutta Europa, si occupa di rafforzare la vita ebraica nel vecchio continente, lavorando sull’educazione, sulla cultura (suo l’impulso per la Giornata europea della cultura ebraica) e sull’assistenza nei confronti delle comunità in difficoltà. Riconosciuta come interlocutore dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea, l’organizzazione ha finora sempre mantenuto una linea precisa: tenersi lontana dalle vicende politiche. Ma con l’ultima convention, le cose sono cambiate, come spiega Arturo Tedeschi, membro dimissionario del consiglio dell’ECJC, presente all’incontro di Berlino che si è tenuto a inizio settimana. “Quella di Berlino era stata programmata come una conferenza per i presidenti delle comunità che fanno parte dell’ECJC – sottolinea – Invece, al posto dei consueti seminari riguardanti i profili organizzativi della vita comunitaria, ci siamo trovati di fronte a un’agenda improntata a contenuti politici, e a una presenza israeliana insolitamente numerosa e importante. Fino al momento in cui, con una procedura assolutamente illegittima e antidemocratica, senza il necessario passaggio per l’assemblea dell’ECJC, è stato nominato un nuovo presidente Igor Kolomoisky, oligarca ucraino dal profilo discutibile” (nella foto, il secondo da sinistra, insieme all’ex presidente Jonathan Joseph, e ai vicepresidenti Tomer Orni e Vadim Rabinovich). Oltre a questo, nel comunicato stampa conclusivo della conferenza, si legge che “l’ECJC ha deciso che la linea artificiale che separa gli affari che riguardano le Comunità dalle vicende politiche, che costantemente ne influenzano la vita, verrà immediatamente a cessare”. Una virata totale dunque, rispetto alla linea apolitica mantenuta dall’ECJC sin dalla sua fondazione. Per protesta, oltre ad Arturo Tedeschi, hanno rassegnato le dimissioni anche gli altri rappresentanti italiani all’ECJC, Claudia De Benedetti e Annie Sacerdoti.
Per ora sembra difficile che la situazione si sblocchi, nonostante la prospettiva di mediazione dell’ex presidente Jonathan Joseph, che manterrà la carica di vice presidente. “Da alcuni anni l’ECJC si trova in carenza di fondi – analizza Arturo Tedeschi – Questo ha favorito finanziamenti da parte di personaggi discutibili, provenienti dall’Est Europa, che sono alla ricerca di una posizione pubblica. In questo quadro si inserisce anche il desiderio dei leader israeliani di costruire legami più stretti e diretti con le comunità ebraiche europee. Ma l’idea che davanti al probelma dei finanziamenti si possa forzare il processo democratico è assolutamente inaccettabile”.
Rossella Tercatin