Qui Trieste – Walter Chendi trionfa a Lucca Comics La Porta di Sion conquista il primo premio

Dopo la presentazione del dossier che Pagine Ebraiche di novembre dedica ai rapporti fra cultura ebraica e mondo del fumetto, dal Lucca Comics and Games 2010 arriva un’altra notizia significativa. “La porta di Sion”, la graphic novel di Walter Chendi dedicato al ruolo che Trieste svolse negli anni Trenta come tappa di migliaia di ebrei europei verso la Palestina, ha vinto il premio Gran Guinigi 2010 per la migliore storia lunga: un autentico Oscar del fumetto, assegnato ogni anno dalla seconda fiera di comics in Europa, e terza nel mondo. La storia del giovane Jacob e della sua partenza per la Palestina dopo la proclamazione delle leggi razziste era stata presentata in anteprima da Pagine Ebraiche nel gennaio del 2010. Walter Chendi ha incontrato di nuovo la redazione del Portale dell’ebraismo italiano a Trieste durante Redazione aperta 2010, ha firmato alcuni disegni del numero zero di Daf Daf ed era alla presentazione del dossier Comics and Jews a Lucca.
Nella motivazione la giuria ha sottolineato “l’estrema godibilità e lo story-telling nitido”, con cui l’autore “si è messo al servizio di una narrazione importante per il tema trattato e avvincente per gli snodi del racconto”, aggiungendo che “la vicenda narrata riesce a mettere a parte il lettore di un evento storico drammatico senza cadere in una retorica di circostanza”, rivolgendosi in modo efficace sia agli adulti che ai più giovani.

Walter prima di tutto complimenti. Ti aspettavi l’assegnazione di questo premio?
Assolutamente no. Se devo essere sincero non credevo possibile che premiassero la mia storia, considerando quello che è l’orientamento politico-culturale che va per la maggiore in questo periodo. Tra l’altro nessuno mi aveva avvertito, quindi quando sabato sera in Teatro ho sentito pronunciare il mio nome sono rimasto davvero incredulo. Questo è il primo riconoscimento importante nella mia carriera, ed è una grande emozione. Ci tengo a ringraziare il mio maestro, Vittorio Giardino, e anche la redazione di Pagine Ebraiche, che per prima ha creduto nel mio lavoro.
Per scrivere “La porta di Sion” ti sei trovato ad approcciare per la prima volta il mondo ebraico, la storia, le tradizioni…
È stato un’esplorazione molto affascinante, e devo ammettere che un aiuto importantissimo me l’ha dato Valerio Fiandra, consigliandomi le letture giuste, e spiegandomi con grande pazienza tutto quello che avevo bisogno di capire. Poi dopo la fase della documentazione, mi sono sforzato di scegliere la strada più semplice per raccontare la mia storia, senza addentrarmi in dettagli che probabilmente io stesso non sarei stato in grado di comprendere fino in fondo.
In tutte le tue opere si nota un’attenzione particolare per il tema della diversità e delle minoranze.
Io penso che in qualsiasi forma di arte sia importante parlare di qualcosa che si conosce bene e, allo stesso tempo, di farlo in modo diversificato. Io scrivo di Trieste e scriverò sempre di Trieste. Penso che la mia città rappresenti essa stessa una minoranza in Italia. E al suo interno le minoranze sono tantissime. È un elemento fondamentale della vita di questa zona. Io ho assistito spesso anche a episodi di discriminazione. Per questo parlare di minoranze mi viene assolutamente naturale.
Archiviata “La porta di Sion”, hai in cantiere nuovi progetti?
A metà novembre usciranno cinque nuovi episodi delle “Maldobrìe” (novelle a fumetti tratte dall’omonima raccolta di Carpinteri e Faraguna, che raccontano storie di marinai del primo Novecento in dialetto istro-veneto-trentino ndr). E sto lavorando a un’altra storia lunga, che sarà incentrata sul tema del rapporto tra amore, vita e morte in tempo di guerra, sulla linea che separa la guerra giusta dalla guerra ingiusta, sulla libertà di pensiero. Sono ancora in fase di studio. D’altra parte per “La porta di Sion” ho impiegato quasi cinque anni, quindi penso dovrà passare ancora un po’ di tempo!

Rossella Tercatin